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Forte dei Marmi
 

 

Forte dei Marmi Google maps
 
Il forte di Forte dei marmi
All’inizio della sua storia, la Versilia, risultò una Terra molto inospitale, i suoi terreni acquitrinosi e malsani, ricoperti da una folta macchia boschiva, costrinsero le prime tribù del luogo, a risiedere principalmente lungo le pendici delle Alpi Apuane, le popolazioni etrusche e celtiche dei Liguri-Apuani, raramente si inoltrarono in quelle Terre, se non per cacciare o pescare, le malattie e l’aria malsana di quelle paludi, ne bloccarono lo sviluppo edilizio e agricolo, coltivare in quei luoghi risultò un’impresa ardua, la situazione iniziò a cambiare, solo con l’arrivo dei romani, quando in alcune zone versiliesi, grazie a delle ingegnose, opere pubbliche (strade e canali), iniziarono a nascere delle piccole fattorie e per le “Fosse Papiriane” (l’antica denominazione romana della Versilia) iniziò un primo florido periodo, Luni grazie al suo porto marino, ne divenne il fulcro centrale, il commercio dei metalli e dei primi marmi, estratti nelle montagne, contribuirono alla realizzazione di nuove strade e canali, in grado di collegare la costa con la montagna.
Le invasioni barbariche, per un certo periodo rallentarono questo processo che riprese, sotto il dominio longobardo, nelle aree montuose e in quelle più distanti dal mare (come Camaiore e Massarosa), in breve tempo sorsero importanti borghi incastellati, l’economia locale riprese e la richiesta di nuovi sbocchi marittimi, iniziò ad essere una questione politica, soprattutto dopo il mille, quando i comuni di Lucca, Pisa, Genova e indirettamente Firenze, iniziarono a fronteggiarsi.
La costa, fino ad allora, rimasta indietro con lo sviluppo, in breve tempo cambiò marcia, Lucca cercò di realizzare un suo porto in località Motrone e per rafforzare la sua posizione strategica in Versilia, fondò Pietrasanta, provocando l’ira pisana e fiorentina.
Per un lungo periodo, la Versilia, fu teatro di violenti scontri, Pietrasanta, ne uscì politicamente vincitrice, questa “Terra Nuova” come fu detta, assunse un ruolo predominante, dopo la sua definitiva sottomissione a Firenze, avvenuta il 29 settembre del 1513, per mezzo di un Lodo Papale, emanato da Papa Leone X e quando, questa particolare sovranità fiorentina, inserita fra le Terre pisane, lucchesi e genovesi, venne elevata al prestigioso ruolo di Capitanato di Pietrasanta, per Forte dei Marmi, si innescò il lungo processo storico della sua fondazione.
La passeggiata di Forte dei marmiLa proficua collaborazione, instauratasi in quel periodo, fra Firenze e l’artista Michelangelo Buonarroti, incentivò l’escavazione dei pregiati, marmi delle Alpi Apuane, in particolare quelli provenienti dalle cave del Monte Altissimo, dietro insistenza dello stesso Michelangelo, per trasportare i marmi, dalle montagne alla costa (inizialmente al porto di Motrone), fu realizzata (1518) una nuova strada, la Via dei Marmi, diretta al mare e tracciata lungo la tortuosa valle di Serravezza, seguendo anche alcuni tratti già esistenti, questa nuova strada, che risulterà fondamentale per la futura nascita di Forte dei Marmi, inizialmente apporterà benefici, esclusivamente a Serravezza.
Nel 1559 per volere del Duca Cosimo I, con la realizzazione del nuovo fosso di Fiumetto, le acque del Serravezza furono deviate, il nuovo canale realizzato assieme ad altre opere di bonifica, causò l’insabbiamento, del porto di Motrone, spostando il commercio dei marmi, più a nord, presso un nuovo sbocco al mare (presso Forte dei Marmi), dove furono realizzati dei nuovi magazzini del ferro e dei marmi, questa piccola rivoluzione commerciale, risultò decisiva per la nascita del paese versiliese che ufficialmente, avverrà nel 1785, con la costruzione di un forte, posto a guardia di questi magazzini.
La realizzazione del Fosso di Fiumetto, inizialmente favorì il commercio, ma non lo sviluppo edilizio di quel tratto di costa, solo poche case sorsero qua e là, nel 1645, questa piccola comunità, decise di costruire presso l’incrocio, fra la via maestra Romana e la via proveniente da Ripa, di fianco ad un’osteria, un modesto Oratorio, dedicato al culto di S.Ermete che espletò, le funzioni religiose del luogo, fino alla sua chiusura, avvenuta nel 1720, una delle ultime vittime del mancato sviluppo sociale della zona, sul finire del secolo, la situazione cambiò, la popolazione iniziò ad aumentare, Il forte di Forte dei Marmila stessa chiesa venne ricostruita (dove sorge l’attuale fabbrica), conservandone il titolo e nei documenti ufficiali, la località detta ai “Marmi”, dall’11 ottobre 1788 sarà citata con l’attuale nome “Forte dei Marmi”.
Alla nascita storica di Forte dei Marmi, corrispose un importante periodo di riforme, nell’intero Granducato di Toscana, il Granduca Pietro Leopoldo, il fondatore di Forte dei Marmi, intraprese una politica liberista, riformando l’ordinamento commerciale, fiscale e territoriale del Granducato e per Forte dei Marmi (Versilia compresa), iniziò una serie di riordinamenti territoriali, nel 1772, il Capitanato di Pietrasanta, fu trasformato in Vicariato Regio di prima classe, ai primi dell’800, per un breve periodo, fu sottoposto al Regno d’Etruria, retto da Lodovico I di Borbone e in seguito dal figlio Carlo Ludovico, poi Forte dei Marmi, con la discesa in Italia di Napoleone, per volere della sorella Elisa Bonaparte Baciocchi, fu inserito nel Cantone di Pietrasanta, appartenente alla Sottoprefettura di Pisa del Dipartimento del Mediterraneo.
Conclusasi l’epoca napoleonica, il Granduca Ferdinando III, riuscì a mantenere la sovranità degli Asburgo-Lorena sulla Versilia (1814), ma quando in Italia, divamparono le guerre d’indipendenza, il casato iniziò a trovarsi in difficoltà, l’Unità d’Italia stava per sopraggiungere, in seguito al plebiscito dell’11 e 12 marzo del 1860, la Toscana fu annessa agli Stati Sardi e finalmente Forte dei Marmi, s’incamminò verso l’autonomia che sopraggiunse, con un decreto legge, il 26 aprile 1914
 
Foto di Forte dei Marmi
 
Il centro   N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 - N°9 - N°10             Il Forte del Granduca    N°1 - N°2 - N°3 - N°4
Il lungomare  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6
 
Pontile di Forte dei Marmi
Il pontile di Forte dei MarmiPer potenziare e intensificare le operazioni di carico dei blocchi di marmo, a metà ‘800, sulla spiaggia di Forte dei marmi, venne realizzato un primo ponte caricatore in legno, predisposto per l’attracco delle navi mercantili e per il loro carico, operazione non facile da eseguire e che venne meccanizzata utilizzando una gru, fissata al termine del pontile e realizzando un piccolo troncone ferroviario, utilizzato per spostare più agevolmente i pesanti blocchi di marmo, importante evoluzione industriale, che risultò fondamentale, per la neonata cittadina versiliese e per la sua crescita economica.
Ai primi del ‘900 per soddisfare la crescente richiesta di carico, fu deciso di prolungare il pontile (119 metri) costruendone altri cinquanta metri, provvisti di un doppio binario, sul quale la gru avrebbe potuto spostarsi agevolmente di posizione, incrementando i suoi punti di lavoro e di conseguenza, accorciando i tempi di carico.Il pontile di Forte dei Marmi
Intorno al 1930, il pontile, trovatosi in cattive condizioni, su progetto dell’ingegnere Picchiani, venne ristrutturato completamente e prolungato nuovamente (1933) fino a raggiungere una lunghezza complessiva di 290 metri, la nuova struttura, migliorò anche l’attracco delle navi passeggere, provenienti dalle principali località del litorale versiliese, incrementando il flusso turistico di Forte dei Marmi, importante via marittima che fu aperta nel 1009 dal vaporetto Anita, con la tratta Viareggio - Forte dei Marmi.
Durante la seconda guerra mondiale, il ponte caricatore, venne distrutto completamente e ricostruito (1946), in cemento armato, dal Genio Civile di Lucca, il nuovo pontile, lungo 300 metri in pochi anni, perse il suo utilizzo commerciale, trasformandosi in una delle più spettacolari e romantiche passeggiate d’Italia, soprattutto nelle ore notturne, del periodo estivo, quando si trasforma, in una piccola isola in mezzo al mare, da dove è possibile ammirare, l’intera costa versiliese, assaporando la quiete e il silenzio del mare, disturbati solamente dal tenue fragore della risacca.
  

 

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