Comune di Altopascio
Altopascio
  
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Dopo il Mille, scacciata la paura della fine del mondo, profetizzata da molti, col raggiungimento del nefasto numero 1000, milioni di pellegrini folgorati, da una crescente devozione religiosa, si riversarono lungo le principali vie di pellegrinaggio di mezza Europa.

In Toscana, l’antica via Romea, detta anche Francigena, ritenuta più sicura dell’Aurelia e di altre vie romane più o meno importanti, disposte lungo le coste, più agevoli ma continuamente esposte all’incursioni saracene, vide aumentare notevolmente il passaggio dei pellegrini diretti a Roma, quest’imponente flusso di fedeli, convinse molti uomini pii e nobili di cuore, a fondare lungo il suo percorso, un’efficiente rete di Ospedali, in grado di offrire riparo e assistenza a tutti i pellegrini bisognosi di cure, come avvenne ad Altopascio.

L’Ospedale di Altopascio, intorno al quale poi si svilupperà l’attuale borgo di Altopascio. secondo una tradizione lucchese venne fondato da dodici benefattori lucchesi che lasciata la città, si diressero lungo la via Francigena o Romea, in cerca di un luogo idoneo a dar conforto ai pellegrini, giunti in  località “Teupascio” (fra Porcari e Fucecchio), luogo a quel tempo ritenuto pericoloso (acquitrini, foreste, briganti…), decisero di fermarsi, costruendo una primitiva struttura, in grado di rifocillare  i pellegrini, offrendoli anche un riparo sicuro, soprattutto di notte.

L’Ospedale, il fulcro intorno al quale, per molti secoli ruoterà la vita del borgo, inizialmente dedicato ai Santi Jacopo, Egidio e Cristoforo, viene rammentato per la prima volta in un documento del 1079, nel quale il Vescovo di Lucca Anselmo II di Lucca (nipote di Anselmo da Baggio, eletto poi Papa Alessandro II), trattò la cessione di alcune Decime (Cappiano, Cerbaia, Spereto, S.Maria a monte e Ripoli), antecedente di pochi anni ad un altro documento (1084) nel quale Guglielmo del fu Boianice, per la salvezza della propria anima, gli donò “hospitali….in loco.….dicitur Teupascio”, un terreno locato in Buggiano.
Ben più antiche, sono invece le prime notizie della località “Teupascio” (per presenza in loco del torrente “Theupascio”, rio Tassinara), toponomio che nei secoli successivi, grazie al comune dire recarsi “ad Theupascium” si evolverà in Altopascio (Al-topascio), all’interno di una pergamena datata 746, rogata durante il regno di Re Rachis un certo Causolo vende alcuni dei suoi beni locati in “ Theutpascu”
Inizialmente, l’Ospedale di Altopascio venne affidato ai laici, i cosiddetti “Conversi”, un particolare ordine che affiancò i religiosi, nella gestione degli Ospedali, ricoprendo alcune volte, anche la figura del rettore o del “Magister”, come avvenne per il nostro Ospedale, dove il primo rettore della magione, di cui abbiamo notizia in un documento (1092) è il converso Martino Bonagiunta, al quale succederà, un certo Teuzio (1104), i religiosi compariranno a partire dal 1168 (i clerici) e dal 1175 i preti, l’importante Regola Altopascese, degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, verrà concessa all’Ospedale, solo nel 1239 (5 aprile) da papa Gregorio IX, regola simile a quella giovannita che fu formulata dal frate Gallico, durante il suo magistero (1228 – 1249), uno dei più floridi economicamente e politicamente (insieme a quello di Ricco (1277 – 1295).

Nel 1095, con la proclamazione della prima crociata, da parte di Papa Urbano II, dal Concilio di Clermont, la via Romea o Francigena, assunse anche un ruolo militare, oltre alle migliaia di pellegrini diretti a Roma, l’antica via romana per alcuni secoli, vide transitare lungo il suo percorso, gli eserciti crociati, ciò portò gloria e ricchezze per l’Ospedale di Altopascio, ma nello stesso tempo segnò anche l’inizio, di alcuni periodi tragici per il castello e la sua popolazione che in seguito, quando la via sarà utilizzata principalmente, solo per muover guerra, pagheranno cara questa loro vicinanza.   

Nel 1096, una parte degli eserciti crociati, guidati da personaggi famosi, quali: Ugo di Vermandois , fratello del re di Francia, Roberto, Duca di Normandia e figlio del Re d’Inghilterra e Stefano di Bois, sostarono a Lucca, per venerare il Volto Santo e soprattutto per ricevere la benedizione di Papa Urbano II che li accolse nel prato del Marchese (l’attuale Piazzale Verdi), anche se il loro passaggio non trova riscontro nei documenti (in quei pochi arrivati ai nostri giorni), l’Ospedale di Altopascio, divenne un punto di riferimento per tutte le crociate, non a caso Papa Urbano II, gli concesse i primi (di una notevole serie) grandi privilegi e che in seguito, Papa Gregorio IX nel 1239, premierà l’Ordine degli Ospedalieri di Altopascio, approvando l’istituzione della loro Regola, ispirata a quella degli Ospedalieri di S.Giovanni di Gerusalemme.

Gli Ospedalieri di Altopascio, si guadagnarono questo riconoscimento, per il grande lavoro di assistenza prestata nell’Ospedale e per quella svolta in Terrasanta, in favore dei crociati in guerra, impegno che non trova riscontro diretto nei documenti, ma che viene confermato da numerosi indizi, come narra lo storico Iacopo Bosio nella sua “Storia di Malta”, nella quale cita un elenco di Ordini militari, scritti per ordine gerarchico, riportato in un antico testo, dove gli Ospedalieri di Altopascio occupano la terza posizione, nonostante l’Ordine altopascese, risulta non aver mai imbracciato armi (alcuni storici dissentano da quest’ipotesi, ma fino ad oggi non esistono documenti che coinvolgono l’Ordine in fatti di sangue). La notorietà dell’ordine altopascese, in breve tempo si diffuse in tutta l’Europa e la Magione di Altopascio in breve tempo, acquisii alle sue dipendenze alcune chiese o Magioni, in Spagna, in Germania e in Francia, tra le quali spicca la Magione di Saint Jacques du Haut-Pas di Parigi (S.Giacomo in onore del patrono di Altopascio e Haut-Pas “Passaggio pericoloso”, così i primi pellegrini francesi chiamarono il tratto boscoso della via Romea o Francigena, dove poi sorgerà la Magione di Altopascio) che poi verrà soppressa nel 1577, un decennio prima della soppressione della stessa Magione madre (1587) decretata da Papa Sisto V.

Al termine, del tranquillo e generoso Marchesato di Matilde di Canossa, intorno alla Magione, le soldatesche lucchesi, pisane e fiorentine, iniziarono a darsi battaglia, seminando morte e distruzione per tutta la Piana Lucchese, nel 1325, i lucchesi guidati dal condottiero Castruccio Castracane, qui scrissero, una delle più gloriose pagine della loro storia, le truppe fiorentine dopo aver preso il castello di Altopascio, furono affrontate e sconfitte alle pendici del colle di Montecarlo, il 9 settembre i fiorentini guidati dallo spagnolo Raimondo di Cadorna, uscirono dal castello e partirono alla conquista di Lucca, il Cadorna preoccupato dal castello di Porcari e della presenza di Castruccio, asseragliato con il resto delle truppe lucchesi, all’interno del castello di Montichiari e della fortezza del Cerruglio (Montecarlo), invece di proseguire commise l’errore di accamparsi a Pozzeveri e di inviare alcune truppe a stanare Castruccio (11 settembre), la mossa si rivelò fatale per i fiorentini, Castruccio dopo quattro assalti, mise in fuga i fiorentini, costretti a ripiegare nell’accampamento, la tregua durò poco, la mattina del 23 Castruccio Castracane, le cui schiere furono rinfoltite, dall’arrivo di Azzo Visconti e dei suoi 1500 cavalieri (800 suoi, 500 di Cane della Scala e 200 di Buonacolsi), ruppe gli indugi, discese le colline di Montechiari e dopo averli provocati, costrinse i fiorenti alla battaglia, lo scontro fu cruento, alla fine i lucchesi ne uscirono vincitori, lo stesso Cadorna, con altri mille fiorentini furono fatti prigionieri, Castruccio dopo aver depredato l’accampamento impossessandosi dei vessilli e degli altri simboli del potere fiorentino, restituì la libertà al castello di Altopascio.

Con la morte di Castruccio, avvenuta nel 1328, per Lucca e i suoi castelli iniziò un triste periodo, la Repubblica di Lucca finita in mano al miglior offerente, per circa un decennio vide alternarsi alla sua guida, una serie di Signori, il cui obbiettivo principalmente fu quello di arricchirsi, questa triste situazione, coinvolse anche il castello di Altopascio, fino a quando nel 1339, grazie ad un trattato di pace, stipulato fra i veneziani (alleati dei fiorentini) e gli scaligeri, venne dato a Firenze, che prontamente ne rinforzò le difese, facendone uno dei suoi baluardi difensivi (o offensivi), alle porte di Lucca, l’eterna nemica, comunque nel 1363, ciò non impedì alle soldatesche pisane e lucchesi (Pisa in quel periodo era padrona di Lucca) di espugnarlo, in quell’occasione il castello venne saccheggiato e arso in buona parte, la Signoria pisana, terminò dopo appena un anno, con il trattato di pace che le due parti stipularono a Pescia nel 1364, il castello di Altopascio fu assegnato nuovamente ai fiorenti che dopo averlo posto sotto la giurisdizione del vicario di Montecarlo, riusciranno ad amministrarlo fino all’Unità d’Italia.

Nel XVIII secolo, con il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, la Toscana subì un nuovo riordino territoriale, alle Vicarie si sostituirono i comuni e Altopascio venne inserito nel comune di Montecarlo, durante il periodo napoleonico, il borgo insieme a Spianate, riuscì ad ottenere alcune autonomie amministrative, preludio della definitiva indipendenza che otterrà nel 1881, tramite un Regio Decreto, con il quale verrà sancita la nascita del comune di Altopascio, oltre alla frazione di Spianate, nel 1925 gli verrà assegnata anche frazione di Badia Pozzeveri, appartenente fino a quel momento al comune di Capannori

Chiesa di S.Jacopo

 

Sul finire del XII, lo straordinario sviluppo economico e religioso dell’Ospedale, spinse gli Ospitalieri ad edificare, in sostituzione della primitiva cappella.

Una nuova chiesa ben più ampia e sontuosa, degna dell’importante ruolo che la Magione di Altopascio andava sempre più a ricoprire in Italia ed in Europa, splendida fabbrica medievale che purtroppo, venne deturpata fra il 1827 e il 1830 con una nuova ristrutturazione, eseguita preservando malamente il vecchio impianto romanico.

Le antiche bellezze, sopravvissute allo scempio, sono visibili, ancora oggi, in alcune parti del vecchio ingresso medievale, risparmiato in parte dalla ricostruzione ottocentesca e nella facciata laterale, ricca di decori e fregi scolpiti nei marmi, fra i quali spicca la statua posta centralmente, al di sopra dell’interessante lunetta (porta di ingresso), rappresentante Gesù e attribuita al Beduino (XII sec.)

Castello di Altopascio

 

La storia del castello di Altopascio, segue di pari passo l’evoluzione edilizia e politica dell’Ospedale, l’aumento dei pellegrini e dell’importanza politica della Mansio, innescò fin dall’inizio, una serie di ampliamenti più o meno grandi del castrum, l’incendio dell’archivio lucchese del 1314, ha alimentato notevolmente la confusione storica evolutiva, di questo Ospedale fortezza, non a caso la prima pianta riguardante la sua cinta muraria, è datata 1628 (disegno dell’ingegnere Gabriello Ughi). Per gli storici locali, la prima fortificazione sarebbe stata edificata al momento (o di poco posteriore) della fondazione dell’Ospedale, avvenuta lungo una via grande transito, ma pur sempre in un luogo considerato, soprattutto dai pellegrini francesi, pericoloso per la presenza di fitte boscaglie (lo definirono Haut-Pas “Passaggio pericoloso”), considerando che la via Francigena, non è altro che l’antica via Romea, probabilmente già esistente anche prima della colonizzazione romana, non è da escludere l’esistenza di una primitiva fortificazione, romana o preromana, posta a sorveglianza della via.

Il primo impianto medievale del castello, ovvero la Mansio fortificata (XI – XII secolo), nel XIII secolo, subì un notevole sviluppo ed andò ad inglobare anche una gran parte del borgo, per facilitare il flusso dei pellegrini, in prossimità delle principali vie di comunicazione, dirette verso la Domus furono aperte diverse porte, Porta dei Vettori, Porta dei Mariani, Porta degli Ospedalieri e Porta della Torre Campanaria o del Campanile (quest’ultima venne poi abbattuta), ingressi difesi da altrettanti torri, oggi più o meno rimaste inglobate negli edifici del borgo, eccetto la torre campanaria (curiosamente, oggi la più conservata è quella della porta abbattuta) che in una pietra, del muro esterno, porta ancora oggi scolpito, l’antico simbolo dei cavalieri del Tau.