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I borghi di Lucca
Pag.1 Antraccoli  Aquilea  Arliano  Brancoli e i suoi paesi
Pag.2 Arsina  Balbano  Cappella  Carignano Castagnori  Cerasomma (Castel Passerino) Chiatri  Ciciana  Formentale Gattaiola
Pag.3 Fagnano Farneta Gugliano Maggiano Massa Pisana Mastiano Meati Monte S.Quirico Montuolo Mugnano
Pag.4
Pieve S.Stefano Ponte S.Pietro Pozzuolo Saltocchio S.Alessio S.Cassiano di Moriano S.Cassiano a Vico S.Concordio in Contrada
Pag.5 Mutigliano Nave Nozzano Castello di Nozzano Nozzano S.Pietro  Piazzano Picciorana Pontetetto S.Concordio di Moriano
Pag.7
Arancio Piaggione S.Marco S.Maria a Colle S. Maria del Giudice S.Michele e S.Lorenzo di Moriano S.Pancrazio
Pag.8
Ponte a Moriano S.Quirico di Moriano Sorbano del Giudice e Sorbano del Vescovo Stabbiano Tempagnano Torre Tramonte Vallebuia
 
   
Pag.6
S.Anna   S.Donato   S.Filippo   S.Lorenzo a Vaccoli   S.Macario (in Monte e in Piano)   S.Martino in Vignale   S.Michele in Escheto   S.Pietro a Vico   S.Vito

 

S.Anna
La Contrada di S.Anna, rispetto ad altre contrade di Lucca, prese vita in epoca medievale, prima del Mille, le poche case esistenti in quel luogo detto “Piagule”, dove scorreva uno dei molti rami del fiume Serchio, inizialmente erano raggruppate nella contrada di S.Donato, in seguito ad alcune bonifiche effettuate in quel periodo, il corso del fiume venne poi confluito nell’attuale alveo, molto più distante dalla città, permettendo così ai lucchesi di aumentare gli insediamenti, occupando i nuovi spazi che si andarono a creare.
Le nuove terre delle “Plageis”, in un documento del 1286 risultano appartenere una parte ai cittadini e una parte alla Diocesi di Lucca, la chiesa del borgo verrà citata solo dal XIV secolo, anche se alcuni storici considerano l’antica chiesa di S.Maria del Corso, citata in una pergamena del 722 la prima chiesa della contrada.
Dopo la morte di Castruccio Castracane la contrada subì diverse devastazione ad opera dei mercenari teutonici del duca di Brunswick, asserragliati in quel periodo nella fortezza del Cerruglio (Montecarlo), nel 1331 Giovanni di Boemia riportò a Lucca, la legalità e la libertà, interrompendo quelle sanguinose scorrerie, che purtroppo ripresero nei secoli successisi, ogni qual volta pisani e Fiorentini riuscirono a portarsi sotto le mura della città.
Nel 1332, iniziamo ad avere le prime notizie della chiesa di S.Anna delle Piagge, appartenente alla Pievania di Montuolo, questo primo oratorio costruito nei pressi del fiume Serchio e di conseguenza soggetto ad inondazioni, nel 1448 venne sostituito da una nuova chiesa costruita dove sorge l’attuale fabbrica (realizzata sulle rovine della precedente fra il 1930 e il 1932), che riceverà il Fonte Battesimale solo nel 1683.
Nel 1910, per favorire l’accesso alla via Sarzanese e il percorso cittadino della nuova tramvia che attraversando S.Anna collegò Lucca con Maggiano, venne aperta nelle mura urbane, una nuova porta che prese il nome della Contrada di S.Anna, ormai inglobata nella città.
S.Donato
La porta medievale di S.Donato La borgata di S.Donato, iniziò a formarsi nei pressi della porta S.Donato, una delle quattro porte romane della città (quella di ponente), il centro urbano di questa contrada collocata di fuori dalle mura romane, ruotò intorno alle due chiese di S.Maria Ursimanni e S.Donato, quest’ultima già citata in una carta del 760, ma sicuramente molto più antica.
Dopo il mille, con il dilagare delle guerre comunali, il borgo sempre al di fuori delle nuove mura medievali della città ( XI – XII secolo), rimase esposto più di una volta alle scorrerie nemiche, soprattutto all’incursioni delle soldatesche pisane, come avvenne nel XIII secolo, quando queste ultime saccheggiarono e rasero al suolo la chiesa di S.Maria.
Nel 1513, il governo lucchese per ragioni strategiche legate alla difesa della città, decise di abbattere la chiesa di S.Donato e il suo borgo, realizzando davanti a porta S.Donato una vasta area (circa mezzo miglio) pianeggiante e priva di possibili ripari, che le truppe fiorentine avrebbero potuto sfruttare a loro vantaggio, nell’eventualità di un loro assedio, azione militare che in quel periodo i lucchesi temevano molto, così nel 1518 la parrocchia di S.Donato venne unita a quella di S.Paolino, nel 1648 la chiesa venne ricostruita in un luogo diverso, ma anche questa volta fuori dalle nuova cinta muraria della città (XVII secolo), che inclusero al suo interno la vecchia porta medievale (ricostruita nel 1591) e una parte del terreno occupato dall’antico borgo.
Nel 1848 la nuova chiesa di S.Donato, verrà separata dalla comunità di S.Paolino, riappropriandosi cosi del suo vecchio privilegio di chiesa parrocchiale, da allora il quartiere di S.Donato riprenderà vitalità, fino a diventare un quartiere residenziale della Lucca moderna.
Altre foto  Porta S.Donato  N°1 - N°2
S.Filippo
L’antica contrada di S. Filippo, oggi quartiere residenziale di Lucca, iniziò a formarsi prima del Mille, probabilmente intorno alla sua chiesa, dalla quale poi prese anche il nome, le prime notizie di questa contrada, che in epoca medievale risulta anche Comune indipendente, le troviamo in una carta del 904, nella quale vengono effettuate delle donazioni al monastero dei SS.Filippo e Giacomo, presente in loco.
La chiesa di origine antica, rimase sottoposta al Capitolo dei Canonici di S.Martino fino alla costruzione del suo campanile avvenuta nel 1842, l’attuale fabbrica risale all’ultima grande ristrutturazione avvenuta nel XVIII secolo, al suo interno oltre ad uno stupendo organo databile XVIII – XIX secolo, la chiesa conserva anche un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna del Soccorso, culto molto venerato in epoca medievale nel contado lucchese, che da S.Cassiano a Vico si diffuse fino in alta Garfagnana (Pugliano di Minucciano)
S.Lorenzo a Vaccoli
S.Lorenzo a VaccoliIl borgo di S.Lorenzo a Vaccoli, fondato in epoca imprecisata, lungo la via che ancora oggi collega le città di Pisa e di Lucca, prese il nome dal santo della sua chiesa e dai suoi nobili i “ Vaccolesi”, che per molti secoli amministrarono la regione, le prime notizie di questo casato, le troviamo in un documento del 905, nel quale Fraolmo dei Vaccolesi (discendente di Teudimundo capostipide delle più famose casate nobili longobarde della lucchesia) ottenne in allivellamento dal Vescovo di Lucca quella Terra, che i suoi discendenti asseragliati nel loro castello, costruito sul monte Castrozzo difesero dalle insidie lucchesi fino al 1088, anno in cui le truppe lucchesi lo assaltarono radendolo al suolo, con la distruzione del castello, possiamo considerare finita l’indipendenza di quella Terra, il Comune di Lucca dalla fine del Marchesato di Matilde di Canossa, cercherà sempre di tenere sotto il suo controllo tutte le Terre intorno alla città, soprattutto quelle poste sul confine con l’eterna rivale Pisa, che più di una volta si troveranno invischiate nelle loro guerre, pagando forse il tributo più alto.
La chiesa di S.Lorenzo a Vaccoli, citata per la prima volta in un documento del 719, fu ricostruita una prima volta nel XII secolo (e forse consacrata da papa Eugenio III), poi più volte riparata, fino a giungere al XVI secolo, quando con una nuova ricostruzione fu trasformata a tre navate
Altre foto:   Chiesa          Campanile N°1 - N°2
L'antica Terra di S.Macario
La comunità, dell’antica Terra di San Macario, iniziò a raggrupparsi, intorno ad una piccola chiesa, poi plebana, intitolata a San Macario che nei primi decenni dell’VIII secolo, venne fondata, nell’ultimo tratto collinare della via Francigena, compreso, fra il borgo di Piazzano e Lucca, questa comunità, nel corso dei secoli, si sviluppò ulteriormente, anche lungo il fondovalle, formando così due borgate che con l’edificazione, in basso, di un’altra chiesa (S.Jacopo Apostolo), col tempo si separeranno, formando le due moderne frazioni, di San Macario in Monte, il nucleo più antico e sede della Pieve e di San Macario in Piano, la borgata più recente e oggi, anche la principale che nel corso degli anni, ha visto incrementare notevolmente il suo sviluppo urbano e sociale, grazie anche alla via Sarzanese (Lucca Viareggio) che la sfiora.
S.Macario in Monte
S.Macario in MonteL’esistenza di San Macario in Monte, fin dal primo giorno, fu legata alla presenza nel luogo, della sua chiesa, fondata nell’VIII secolo, dal nobile longobardo, Conte Petrifunso che solo successivamente, otterrà il beneficio del Fonte Battesimale (892), con l’istituzione della Pievania, la Terra di San Macario, iniziò il suo sviluppo sociale, intorno alla Pieve, sorsero dei casolari, sparsi per la collina, dediti principalmente, alla coltivazione delle viti e dell’olivi, formando così una piccola borgata sparsa che ancora oggi, mantiene questa caratteristica.
S.Macario in Piano
S.Macario in PianoIl borgo di S.Macario in Piano, prese origine dall’antico Ospedale di Colle Beltradi (toponomio che successivamente si evolverà in Beltraduli - Bertrarii - Beltraimi - Bertario e infine Beltraie), uno dei pochi ricoveri a disposizione dei pellegrini, che da Camaiore percorrendo la via Romea giungevano a Lucca, il piccolo Ospedale con annessa una chiesa intitolata a S.Jacopo “S.Jacopi de Colle Bertrarii”, che una tradizione locale vuole siano stati fondati dalla Contessa Matilde di Canossa sul finire del Mille, vengono citati per la prima volta in un documento datato 1103, nel quale viene nominato il rettore della chiesa, un certo Pietro, all’inizio della sua storia l’Ospedale grazie a numerosi lasciti attraversò un periodo florido, che ne accrebbe l’importanza, col passare degli anni nei pressi della chiesa iniziarono a raggrupparsi alcune case, dalle quali prenderà vita la parrocchia di S.Jacopo de Bertario, citata nel catalogo degli Estimi della diocesi di Lucca del 1260 come “Ecclesia”  sottoposta alla Pieve di S.Macario in Monte.
Sul finire del XV secolo, per la chiesa caduta in miseria, iniziò un tormentato periodo, ormai priva di un rettore, fu assegnata all’Università dei Cappellani Benefiziati del Duomo (1496), che per sopperire alla mancanza del rettore, per alcuni secoli la unirono a diverse parrocchie del circondario, S.Angelo in Campo, Nave, Ponte S.Pietro e Formentale, situazione fin dall’inizio mal digerita dalla popolazione del piccolo borgo, che nonostante le varie epidemie di peste, riuscì sempre a tener vivo il paese, nel XVIII secolo, il borgo con il suo crescente sviluppo edilizio e il conseguente aumento di popolazione iniziò il suo cammino verso l’era moderna, la chiesa di S.Jacopo che dal 1774 verrà chiamata di S.Jacopetto, risulterà sempre più piccola per le esigenze della sua comunità, che inizierà a chiedere sempre con più insistenza una nuova chiesa parrocchiale, le loro richieste saranno esaudite solo grazie all’intercessione della duchessa Maria Luisa l’Infanta di Spagna, nel 1834 verrà consacrata la nuova chiesa e nel 1899 la comunità riuscirà ad ottenere la separazione dalla chiesa di S.Macario in Monte, il 28 febbraio, durante una visita pastorale il Vescovo di Lucca la dichiarò chiesa parrocchiale, con la costruzione della nuova chiesa, l’antico Ospedale di Colle Beltradi scomparve definitivamente, la piccola chiesa venne venduta e trasformata in abitazione civile, l’istituzione della parrocchia spinse la popolazione a chiedere anche il riconoscimento civico del borgo, che avverrà con un Decreto Regio firmato da Re Vittorio Emanuele III il 29 ottobre 1908.
La Duchessa Maria Luisa al termine della costruzione della nuova chiesa, riuscì ad ottenere il permesso di custodire al suo interno le sacre spoglie di S.Fortunola (martire romana) a cui era molto devota.       
S.Martino in Vignale
S.Martino in Vignale
S.Martino in Vignale, è una piccola borgata sparsa delle colline lucchesi, sorta in epoca imprecisata intorno ad un piccolo oratorio, sottoposto da sempre alla vicina Pieve di S.Stefano, la piccola borgata unita fin dai tempi antichi alla comunità di Pieve S.Stefano, nel 1647 con l’ampliamento della chiesa (venne realizzato anche il porticato), riuscì ad ottenere la separazione e a costituirsi in comunità, la neonata comunità di S.Martino in Vignale, la cui economia era basata principalmente sull’agricoltura, nei secoli successivi, iniziò a diventare un piccolo centro residenziale della nobiltà lucchese, all’interno di villa Rossi di Montelera, nel XIX secolo, vi soggiornò per un lungo periodo, Maria Teresa di Savoia consorte del Duca Carlo Lodovico.
La chiesa di S.Martino in Vignale, nel XIX secolo venne ristrutturata nuovamente e abbellita con una cantoria in legno e con uno stupendo organo (1875)
 
Altre foto: Porticato chiesa     Antico stemma
S.Michele in Escheto
S.Michele in EschetoIl borgo di S.Michele in Escheto, prese vita intorno all’omonima chiesa, che i Nobili di Vaccoli fondarono prima del Mille, in una pergamena del 973 la villa di “Scleto”, risulta già pagare le decime alla Pieve dei SS.Cristina e Giovanni battista, conosciuta anche come Pieve di Massa Pisana.
Nel 1122 l’antica chiesa di S.Michele in Escheto, venne ricostruita e riconsacrata dal Vescovo Benedetto (29 settembre), sull’architrave di una porta presente sul lato sinistro, che successivamente fu chiusa, ancora oggi è leggibile l’epigrafe commemorativa dell’evento.
Con lo scoppio delle guerre comunali fra Lucca e Pisa, la chiesa subì molti danneggiamenti e necessitò più di un intervento di ristrutturazione, nel 1313 le soldatesche pisane di Uguccione della Faggiola, per vendicare l’abbattimento della torre di Cascina, punirono i lucchesi distruggendo la torre-campanaria della chiesa di S.Michele in Escheto e un certo Isbrigato da Peccioli, appartenente alle milizie pisane, su una pietra delle mura esterne della chiesa, scolpì per i posteri, a mò di sfida, un’epigrafe in ricordo dell’accaduto.
S.Pietro a Vico
S.Pietro a Vico - la chiesaS.Pietro a Vico, prese vita in epoca romana, numerose sono le tracce (I - II sec. d.C:) che ancora oggi affiorano nei pressi della chiesa, chiesa fondata da una nobile famiglia longobarda, che apparirà già citata in una pergamena del 759“, in loco Ausulari” e che dotata di un monastero verrà ricostruita verso l’800 dal nobile Ildebrando, con l’invasione degli Ungari, il borgo attraversò un triste periodo di decadenza, che terminò intorno al Mille, nel XII secolo in piena ripresa economica, nel borgo verrà ricostruita una nuova chiesa in stile romanico, consacrata nuovamente a S.Pietro.
Con lo scoppio delle guerre fra Lucca e Firenze, nel 1336 S.Pietro a Vico come molti altri paesi del circondario lucchese, venne devastato dalle milizie fiorentine, che alcuni anni dopo (1341), nei pressi della chiesa furono messe in fuga dalle soldatesche pisane, eventi bellici che si susseguirono
nel periodo più triste della storia della Repubblica di Lucca, iniziato con la morte del condottiero lucchese Castruccio Castracane e terminato con la discesa di Carlo IV di Boemia, che restituì dignità ai lucchesi, a tal punto che in tutto il territorio della Repubblica fu istituita la Festa della Libertà, che ancora oggi in molti paesi lucchesi viene festeggiata la domenica dopo Pasqua (domenica in Albis).
S.Vito

La storia di S.Vito, oggi quartiere residenziale della città, iniziò all’inizio del medioevo (se non prima), qui lungo l’antica via romana (diretta a Pescia) che attraversava la borgata, secondo lo storico Guglielmo Lera sorse (partendo da Lucca) la prima stazione di sosta dove i viandanti e i pellegrini poterono riposarsi e rifocillarsi, la borgata detta anche S.Vito di Picciorano, rimase più di una volta coinvolta negli eventi bellici che si verificarono intorno alle mura cittadine, la sua vicinanza gli fu fatale in diverse occasioni, soprattutto in occasione delle incursioni fiorentine provenienti da Pescia, come avvenne nel 1336. Ai primi del 1800 Elisa Bonaparte, scelse la borgata di S.Vito come luogo d’incontro con il futuro marito Felice Baciocchi, prima di entrare col corteo nuziale nella città.

 

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