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Artiglieria lucchese
Mastro de Artelleria
Bruno di Sergio de’Giannoni.
 
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Chi siamo
La Associazione è la continuazione della esperienza e del lavoro già compiuto dagli stessi Soci in altra Associazione aderente al CERS .Come tale è dotato di balestre da imbraccio di tipologie derivate da documentazione storica. Tale attività rievocativo-ricostruttiva per le balestre storiche da braccio è orientata verso i periodi della seconda metà del 1400 e prima metà del 1500. Nel contesto della attività di studio e ricostruzione di dette balestre sono in essere rapporti personali di collaborazione e amicizia con il Gruppo Balestrieri Tedesco “Neibsheimer Armbrustshutzen um Hans Entenkopf” di Bretten oltre che con componenti del GruppoTedesco “Brettener Artillerie”. Ogni anno la attività delle Balestre da Braccio ha visto la partecipazione a gare con altre Compagnie tra le quali la Vicaria Val di Lima in Lucchesia e le Compagnie Ferraresi del Trigabolo e Verginese. Fino a quest’anno,sotto l’egida della Associazione Contrade San Paolino,abbiamo organizzato a Barga (Lucca) la manifestazione “ Giochi di Balestra del Calendimaggio” in cui Balestrieri con balestre da braccio del Centro-Nord Italia e di Bretten (Germania) gareggiano in base ad antichi regolamenti. Attratti dalle Armi da Getto si è voluta iniziare anche l’esperienza dell’uso delle Artiglierie a polvere riferite alla fine del 1400-prima metà del 1500. La dotazione dei pezzi di artiglieria è iniziata con due piccoli pezzi da campo riferiti alla seconda metà-ultimo quarto del 1400,ossia una “serpentina” ed un “crapaudeau” a mascolo a cui è seguito un ulteriore pezzo sempre a mascolo; recentemente si è realizzato un cannoncino da murata su banco ed un cannoncino da rampo da montare su treppiede ruotato, entrambi ad avancarica;ultimo nato è un pezzo da montagna ad avancarica il cui originale è conservato presso il Museo di Arte e Storia di Ginevra. I riferimenti storici necessari per la costruzione dei pezzi,che peraltro NON pretendono di essere ricostruzioni storiche fedeli, ma solo attrezzi che dal punto di vista estetico e funzionale si ispirano alle caratteristiche di pezzi di artiglieria da campo rinascimentali, provengono da documentazione riguardante le artiglierie in ferro del 1400. Tutti i pezzi sono “attrezzi atti al solo sparo a salve” pur utilizzando polvere nera come negli originali; come al vero i pezzi sono dotati di un focone in culatta destinato ad accogliere il polverino di innesco della carica di polvere, che viene acceso con un’asta buttafuoco dotata di miccia in corda appositamente trattata. Si sono utilizzate per le canne tubi per alta pressione precalibrati e con accorgimenti atti ad impedire lo sparo di proiettili,mentre gli affusti,ferrature e ruote sono stati realizzati riutilizzando ferri e legname di varia provenienza . In considerazione del fatto,attestato da numerosa letteratura,che artiglierie con canne in ferro costruite nell’ultimo quarto del XV° Secolo furono utilizzate anche nel primo trentennio del XVI° secolo ed oltre, i pezzi si utilizzano in rievocazioni storiche con “serventi” in abito storico sia dell’ultimo trentennio del 1400 che del primo trentennio del 1500. l’Insegna,concepita e realizzata da Giannoni Bruno ,è l’insegna ottenuta dall’abbinamento tra l’Insegna di Governo e quella di Stato della Repubblica di Lucca con la aggiunta dei simboli delle due specialità : partita nel primo di Blu al Motto “LIBERTAS” in lettere latine d’oro, posto in banda,accompagnato da due Burelle dello stesso;nel secondo ,troncato d’Argento (Bianco) e Rosso con sul cuore un cannone quattrocentesco di profilo,in orizzontale, ed una Balestra antica attraversante, posta in banda, entrambi al naturale. I pezzi hanno tutti un nome: la piccola Veuglaire è chiamata “Santa Croce” e i due Crapaudeau l’uno “Florentia” e l’altro “La Guelfa-Monna Berta”,l’ultimo pezzo realizzato,vista l’origine,”La Savoiarda”.I pezzi,le cui schede sono depositate presso la Questura di Lucca,sono di costruzione e proprietà di Giannoni Bruno;vesti storiche,armi bianche,archibugi,materiali per un piccolo campo militare sono di proprietà dei singoli Soci che si sono procurati i suddetti materiali.Tale metodo di dotazione delle attrezzature,armi e vesti era già autoregolamentato dalla costituzione del gruppo in altra Associazione. Essendo la Associazione Historica Lucense costituita da breve tempo il “curricula” delle attività,effettuate con le armi ,i vestiti e le attrezzature dei singoli proprietari Soci è documentata per periodi precedenti alla richiesta di iscrizione. La veauglaire “Santa Croce” è attualmente in carico a Jurghen Dorn della Brettener Artillerie di Bretten. Per norma interna gli addetti al caricamento e sparo debbono essere muniti di porto d’armi (per comprovata idoneità all’uso di armi da fuoco).La effettuazione degli spari a salve è soggetta ad autorizzazione di Pubblica Sicurezza e come tale viene esercitata.I Serventi ai pezzi debbono essere dotati ,oltre che del porto d’armi, anche di assicurazioni RCT e infortuni

                                                                                                                                                               IL presidente della Associazione Historica Lucense
                                                                                                                                                                                               Giannoni Bruno

 

Diposito e Oficina de la Artelleria de la Muraglia
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Le Armi
Cannoncino da murata con banco
Cannoncino da rampo
Crapaudeau Florentia dopo il restyling
Crapaudeau La Guelfa dopo il restyling
La Savoiarda in costruzione originale al Museo di Ginevra
Veuglaire Santa Croce
Cannoncino da montagna
Tipologia documentata, – Seconda metà del XV° Secolo – Borgogna o Alta Savoia.
 
Il pezzo originale in questione si trova nel Museo di Arte e Storia di Ginevra e le informazioni e  caratteristiche relative sono riportate sulla scheda di catalogo allegata in foto. Occorre precisare che NON si tratta di vera e propria ricostruzione poiché il pezzo originale è tutt’ora esistente in Museo e perché tecniche e materiali utilizzati NON sono chiaramente quelli del periodo di costruzione del pezzo; quindi si tratta di un “attrezzo scenico” riproducente un cannoncino della seconda metà del XV° secolo,borgognone o savoiardo, costruito come appartenente alla “famiglia” di artiglierie consimili al reperto originale conservato; aspetto esteriore e funzionamento lo riconducono a questo. Il pezzo è nuovo,come appena uscito dalla bottega del Mastro di Artiglieria , come è logico che sia,visto che non si riproduce un originale corroso dal tempo ma un oggetto che deve svolgere in ambito rievocativo – quindi con l’osservanza di tutte le norme e sicurezze del caso - la stessa funzione  a cui erano destinati i pezzi consimili durante il servizio prestato.
Come di consueto ho cercato di utilizzare al massimo materiali destinati a rottame anche per contenere la spesa, comprensiva delle lavorazioni che non ho potuto fare personalmente per carenza di attrezzature e spazio, non quantificando le ore di lavoro impiegate dal sottoscritto. La scheda riporta il fatto che sull’affusto dell’originale al Museo di Ginevra sono state trovate tracce di colore “rosso antico”: ho ritenuto di verniciare l’affusto con vernice protettiva rossa al minio come sarebbe potuto accadere nella realtà e dare al pezzo un colore rosso spento di tonalità scura propri del minio. Vi sono un paio di affermazioni sulla scheda che non mi convincono – occhiello dietro la Gioia di Bocca  utilizzato per la mira, oltre che per un anello di sollevamento e traino della bocca da fuoco, e  piccolo occhiello “passacorda” sul lato destro(dalla foto mi pare troppo moderno e inutile). Per realizzarlo, sono stati impiegati i seguenti materiali:
Canna in tubo Mannesmann per alte pressioni già precalibrata con diametro esterno e calibro compatibili con l’originale; il calibro,anziché di 38mm è,per necessità  di reperimento materiali, di 43mm. Anima filettata lato culatta.
Tappo di culatta conico e filettato a maschio eseguito a tornio in acciaio C40. Il tappo di culatta,avvitato nella canna,è stato poi, per le verifiche di sicurezza, bloccato superiormente con un grano di saldatura.
Fasce di rinforzo della canna e gioia di bocca ottenuti con anelli di ferro forgiati di vario diametro, uniti con saldatura nella parte inferiore, reperibili in commercio e comunemente usati per ringhiere e cancellate.
Staffe di vincolo della canna all’affusto,piastra posteriore alla culatta, staffe dell’asse delle ruote lavorate in forgia in proprio partendo da spezzoni di ferro trafilato o piatto di ricupero.Si è ritenuto utile assicurare la chiusura delle staffe di tenuta della canna con 4 bulloni a testa quadra anziché direttamente sull’affusto mediante chiodatura,per permettere lo smontaggio e manutenzione sia della canna che dell’affusto,cosa non presente sull’originale in Museo.
Cerchiatura delle ruote eseguita a calandra con piattina di ferro di mm.10 x mm.60.
Perni delle ruote in tubo di ferro di mm25.
Affusto e supporto dell’asse delle ruote in massello di castagno stagionato e sagomato.
Ruote lenticolari delle misure indicate dalla scheda tornite partendo da sezioni di tronco di quercia.
Chiodature e occhielli in ferro fatti utilizzando chiodi quadri in ferro forgiati recuperati da tetti e solai demoliti del 1500/1600.
Trattandosi di attrezzo scenico è atto esclusivamente allo sparo a salve.
Le misure principali indicate dalla scheda relativa all’esemplare conservato al Museo di Ginevra sono state rispettate nel nuovo pezzo,eccetto il calibro, per problemi di reperimento di Mannesmann già forato in cal. 38 mm.

 

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