| Le Pievi romaniche
			
				
				della provincia di Lucca
			
				
				legate a S.Frediano
			
(Diocesi di Lucca e Pisa)
			
 
			
				
				Pagina 1
			
				
				S.Maria Assunta
				 
			
				
				
				(Diecimo)
			
				
				S.Giorgio
			
				
				
				(Brancoli)
			
				
				S.Jacopo
				 
			
				
				
				(Gallicano
			
				
				S.Maria
				 
			
				
				
				(Loppia)
			
				
				S.Giovanni
				 
			
				
				
				(Pieve Fosciana)
			
				
				S.Pietro
				
			
				
				
				(S.Piero 
				in Campo)
			
				
				S.Paolo
				 
			
				
				
				(Vico Pancellorum)
			
				 
			
				 
			
				 
			
				
				
				Pagina 2
			
				
				S.Giovanni
			
				
				(Arliano)
			
				
				S.Pantaleone
			
				
				(Pieve a Elici)
			
				
				S.Gennaro
			
				
				
				(San Gennaro)
			
				
				S.Giovanni
			
				
				(Pieve di Compito)
			
				
				S.Paolo
			
				
				(Pieve San Paolo)
			
 
			
 
			
 
			
 
			
 
			
 
			
 
			
Pievi romaniche della provincia di Lucca
			
(Diocesi di Lucca e Pisa)
			
 
			
Pagina 1
			
S.Martino 
			
(Azzano)
			
SS.Pietro e Paolo
			
(Careggine)
			
SS.Quirico e Giuditta (Casabasciana)
			
				
				S.Michele arcangelo
			
				(Corsanico)
			
				
				SS.Martino e Giovanni
			
Detta Pieve di 
Flesso
			
(Montuolo)
			
SS.Giovanni e Maria 
			
Detta di Massa 
Pisana
			
(S.Maria del Giudice)
			
S.Pietro
			
(Valdottavo)
			
 
			
 
			
Pagina 2
			
S.Maria Assunta
			
(Marlia) | 
		
			| Pieve di S.Maria Assunta 
				
				Diecimo (Borgo a Mozzano) |  
			|  La Pieve di Santa Maria Assunta di 
				Diecimo, inserita nel prestigioso elenco, delle “28 Pievi di San 
				Frediano” (il più grande e famoso Vescovo di Lucca, vissuto nel 
				VI secolo), nonostante sia una delle chiese, più antiche della 
				Valle del Serchio, viene citata per la prima volta, in un 
				documento del 919 (a differenza del borgo, nominato in una 
				pergamena del 761 e del 784), dove 
				il Vescovo di Lucca, Pietro, allivellò al prete Ghisalmari del 
				fu Aggiprando, le chiese di S.Quirico e di S.Giovanni di 
				Anchiano (non ne conosciamo le sorti), sottoposte alla Pieve di 
				Santa Maria e S.Gervasio di Diecimo, 
				questo 
				documento apre diverse discussioni, la prima, riguarda la data 
				della pergamena esaminata, la fondazione della chiesa, è molto 
				più antica, l’elenco delle 28 Pievi, venne stilato, alcuni 
				secoli dopo la morte di San Frediamo, ma questo non può mettere 
				in discussione la lista, in quanto l’autore in quel momento, 
				disponeva di molti documenti (oggi le pergamene antecedenti al 
				Mille, le contiamo sulla punta delle dita, di una mano) ed era 
				ha conoscenza, di molte notizie e tradizioni popolari tramandate 
				dagli anziani..
			
				
				A questo primo 
				documento, ne seguì un altro del 979, non meno importante che 
				conferma la presenza di tre chiese nel borgo, in un periodo 
				compreso fra il VII e il X secolo, la prima intitolata a S.Maria 
				(la nostra Pieve), la seconda intitolata a San Martino in 
				Greppo, con un Ospedale annesso, già presente per quella data e 
				una terza intitolata a S.Gervasio e S.Protasio che risultava già 
				scomparsa, anzi distrutta, visto che nel documento, sarà 
				affittato il terreno sul quale sorgeva, importante informazione 
				da ricollegare al documento del 919, dove la chiesa battesimale 
				di Diecimo, per un breve periodo, ha proprio S.Gervasio come 
				contitolare, l’attribuzione del secondo titolo, ci rivela due 
				punti fondamentali, il primo: L’antica chiesa dei Santi Gervasio 
				e Protasio, ai primi del 900, era già abbandonata e sconsacrata, 
				la doppia consacrazione come sempre accadeva, non era altro che 
				un provvedimento di “emergenza”, per continuare un vecchio culto 
				che poteva essere mantenuto in vita, con l’attribuzione del 
				secondo titolo, oppure anche con la consacrazione di un semplice 
				altare, in una delle chiese (o oratori) presenti nel borgo, la 
				seconda indicazione che ricaviamo dal documento, è che la 
				parrocchiale di Diecimo è sempre stata Santa Maria, anche prima 
				di ricevere il Fonte Battesimale, la comunità non avrebbe mai 
				fatto decadere una chiesa parrocchiale.
			
				
				Nel XII secolo, 
				la Pieve di Santa Maria, probabilmente sempre ad una navata, 
				venne ricostruita e ampliarla, trasformandola in una chiesa a 
				tre navate, dalla Contessa Matilde di Canossa, all’interno della 
				Pieve, è visibile ancora oggi il suo stile, gli archi che 
				sorreggono le navate, furono poggiati sopra delle colonne di 
				marmo, a strisce bianche e nere (architettura tipica delle 
				chiese Matildiane), la costruzione di una chiesa ampia e 
				sontuosa, si rese necessaria anche per le numerose comunità, 
				presenti nella Pievania, nel catalogo degli Estimi delle Decime 
				Diocesane, delle chiese lucchesi, del 1260, la Pieve di Santa 
				Maria, risulterà matrice di ben 20 chiese, appartenenti a 18 
				comunità, con un consistente numero di fedeli, l’elenco comprese 
				le chiese di: 
			
			
				
				S.Pietro di 
				Anchiano, SS.Simone e Giuda di Convalle, S.Michele di Corsagna, 
				S.Bartolomeo delle Cune, S.Donato di Domazzano, S.Lorenzo di 
				Domazzano, S.Michele di Fandagno, S.Cassiano di Gello, S.Ansano 
				di Motrone, S.Giusto di Motrone, S.Giusto di Partigliano, 
				S.Pietro di Pescaglia, S.Bartolomeo di Piegaio, SS.Giusto e Clemente di Puticiano, S.Stefano di Villa 
				Roggio, S.Michele di Castello di Roggio, S.Lorenzo di Serra, 
				S.Prospero di Tempagnano, S.Pietro di Valdottavo, SS.Simeone e Giuda 
				di Vetriano e l’Ospedale di S.Martino in Greppo.
			
				
				La pieve di Santa Maria Assunta, è una 
				delle poche chiese che hanno mantenuto nei secoli, l’originale 
				impianto medievale, la facciata è impreziosita da un
				
				architrave, un tralcio con 
				figure umane, attribuibile a Biduino XII sec., mentre il suo 
				interno è arricchito, da diverse opere d’arte, fra le quali, una 
				statua raffigurante il profeta
				
				Isaia, 
				con inciso il motto “Egredietur Virga De Radice Iesse”, un 
				lastrone in pietra, dove è scolpito un cavaliere a cavallo, 
				chiamato comunemente “Il 
				Re Pipino”, armato di scudo e lancia, con la testa 
				che poggia sulla sella ( probabilmente, la pietra si spezzò 
				all’altezza del tronco e la testa venne rifatta alla meglio, nel 
				poco spazio disponibile), due leoni (
				
				
				n1
				–
				
				n2) in pietra, appartenenti 
				forse a un ambone, poi disfatto nel corso dei secoli e 
				un’edicola degli oli santi, attribuibile alla bottega del 
				Civitali 
			
			
				
				Altre foto  
				
				
				Fonte battesimale 
				
				
				Edicola oli santi 
				 Campanile 
				
				
				Sarcofago romano 
				
				
				Abside 
				 Mura 
				esterne |  
	
		| Pieve di 
			S.Giorgio Brancoli 
			(Lucca) |  
		|  La 
			Pieve di S.Giorgio di Brancoli una delle più belle Pievi Romaniche 
			di Lucca, venne fondata probabilmente all’inizio dell’VIII secolo, 
			(una leggenda locale la vorrebbe fra le 28 chiese fondate dal 
			Vescovo Frediano), le prime notizie di quest’antica chiesa, che 
			ancora oggi ha ben conservato il suo aspetto medievale, le troviamo 
			all’interno di un documento del 767, nel quale un certo “Fridulo da 
			Brancalo” vendeva un pezzo di vigneto, per due soldi d’oro al suo 
			Rettore “Deusdede”, prima del Mille la Pieve era una semplice chiesa 
			(intitolata ai Santi Giovanni e Giorgio) e come le altre della 
			Brancoleria appartenne alla Pieve di S.Maria di Sesto, poi intorno 
			al X secolo insieme ad altre chiese vicine, passò sotto il controllo 
			del Vescovo di Lucca e da allora vide accrescere di anno in anno la 
			sua popolarità, fino ad essere elevata a Pieve, in un documento 
			dell’8 ottobre 1093 appare già citata come Pieve dei Santi Giovanni 
			Battista e S.Giorgio di Brancoli.
		
			
			L’attuale fabbrica, è il risultato di un importante riedificazione 
			avvenuta intorno all’XI secolo, voluta dal Vescovo Anselmo da Baggio 
			(poi Papa Alessandro II) e secondo una “diceria” locale dalla 
			Contessa Matilde (che in molti oggi la vedono raffigurata nella 
			faccia della giovane 
			
			figura scolpita sul lato frontale 
			della
			
			
			cassa del pulpito), costruita a tre 
			navate in pietre squadrate di marmo proveniente dalle montagne 
			limitrofe, la Pieve di S.Giorgio venne abbellita fin dall’inizio con 
			preziose decorazioni, dai capitelli ( 
			
			N°1 -
			
			
			N°2 ) delle colonne che sorreggono 
			le arcate a tutto sesto, al pulpito, l’interno della chiesa è una 
			miniera di opere d’arti, la più antica una acquasantiera decorata 
			con tre teste scolpite sui suoi tre lati, una delle quali era simile 
			alla testa scolpita in un capitello, che oggi è incastonato nel muro 
			della canonica (uno dei pochi frammenti rimasti della prima 
			fabbrica), appartenente alla prima chiesa e firmata dal suo scultore 
			“RAITUS ME FECIT”, purtroppo venne trafugata alcuni or sono.
		
			
			
			L’ambone (il pulpito) del XII 
			secolo, forse è la più spettacolare opera d’arte presente nella 
			Pieve, la sua cassa sorretta da quattro colonne, due delle quali
			
			
			poggiano su due leoni (uno 
			lotta con un drago, mentre  
			
			l’altro viene pugnalato da 
			un soldato), caratteristica riscontrabile in altri amboni (come nel 
			Duomo di Barga.....), sul lato frontale oltre alla figura di un 
			angelo senza ali, che stringe fra le mani un libro di preghiere (i 
			Vangeli?), sono collocati due leggii sorretti da un’aquila
			e da due
			
			
			figure (una grande e una piccola) 
			rannicchiate una sopra l’altra, fra i capolavori posti all’interno 
			della chiesa sono da segnalare anche il Fonte Battesimale, una
			
			
			vasca 
			ottagonale tutta decorata,  
			l’affresco 
			dell’Annunciazione (XIV secolo) e una splendida 
			
			terracotta
			invetriata raffigurante 
			S.Giorgio realizzata da Luca della Robbia (fine XV secolo).
		
			
			All’esterno della Pieve incuriosisce una strana figura scolpita 
			nell’architrave, secondo una tradizione popolare rappresenterebbe la 
			figura di
			
			
			“Brancolo”, mentre alcuni esperti 
			d’arte medievale in questa strana figura, hanno identificato una 
			riproduzione rozza del Demonio, di fianco alla porta d’ingresso si 
			innalza il
			
			
			campanile, tipica torre medievale a 
			quattro piani di stile lombardo, che nel corso dei secoli ha subito 
			diverse ristrutturazioni, mantenendo nella parte inferiore il 
			basamento della primitiva chiesa |  
		| Altre foto      
			
			
			Pulpito       
			
			Fonte Battesimale       
			
			Campanile       
			
			Edicola         
			Esterno chiesa
			
			N°1 -
			
			N°2 -
			
			N°3 |  
	
		| Pieve di S.Jacopo 
			(Gallicano) |  
		|  La Pieve di S.Jacopo, venne 
		edificata fra le mura del castello, intorno al XV sec. per 
		sostituire la vecchia Pieve, antecedente al X sec dei Santi Cassiano e 
		Giovanni Battista, ubicata a circa mezzo miglio fuori dalle difese del 
		borgo (posizione che esponeva i pellegrini al rischi di assalti dei 
		briganti). Uno dei primi documenti, che attestano l’esistenza della 
		chiesa di S.Jacopo, riguarda il presbitero Leopardo, che nel  1285, 
		insieme ad altri due presbiteri, si appellarono al vescovo in veste di 
		procuratori del clero e delle chiese della Garfagnana, per una tassa 
		impostagli dalla Repubblica di Lucca. Durante la guerra fra Lucca e gli 
		eredi di Castruccio, che coinvolse il castello di Gallicano, la chiesa 
		 risultò violata e alla cacciata dei ribelli dovette essere riconsacrata 
		nuovamente. La Pieve di Gallicano, nel Catalogo delle Decime della 
		Diocesi di Lucca, del 1260, contava alle sue dipendenze 19 chiese, 3 
		Ospedali e 1 eremo
		
		
		Chiese di: S.Andrea di Gallicano, 
		SS.Jacopo e Cristoforo di Vallico Sotto, S.Michele di Vallico Sopra, 
		S.Romano di Spuliziano. 
		Chiese delle Monache e dei 
		SS.Lorenzo e Stefano ambedue di Cascio, S.Pietro di Trassilico, 
		S.Martino di Verni, S.Quirico di Vergemoli, S.Tommaso di Calomini, 
		S.Sisto di Burchiano (Brucciano), SS.Alessandro e Margherita di 
		Bolognana, S.Maria di Pianizza, S.Ginesio di Cardoso, S.Maria Assunta di 
		Gioviano, S.Timoteo di Ciregnola, S.Michele di Mologno e S. Bartolomeo 
		di Satriana.
		
		
		Ospedali di: 
		Ospedale di Gallicano, Ospedale di Gabbiate e Ospedale di Colle Arginaia
		
		
		Eremo di: Balbona
		
		
		La Pieve, stile romanico ad un’unica navata, al suo 
		interno custodisce alcuni importanti arredi sacri, fra i quali, un 
		crocefisso ligneo scuola lucchese XIV sec, una statua lignea “La Madonna 
		con Bambino” XIV sec. e una 
		
		pala 
		 in terracotta invetriata, scuola Robbiana, dei primi del XVI sec. raffigurante, due angeli che incoronano 
		la Madonna col Bambino, fra i santi Giuseppe, Benedetto e Caterina 
		d’Alessandria. Il 
		
		campanile, è stato innalzato sopra una torre, su un 
		lato sotto l’orologio, sono sempre presenti due 
		
		feritoie, adibite alla 
		difesa con la balestra e dalla parte opposta, troviamo un rilievo in 
		terracotta, posto in ricordo di
		
		
		S.Leonardo da Porto Naurizio
		
		
			Altre 
			Foto  
			
			Altare centrale  Fonte 
			Battesimale |  
	
		| Pieve di S.Maria 
			
			Loppia (Barga)
		
			A cura di Stefano Amaducci |  
		|  È 
			da circa 950 anni che la pieve di Loppia è stata fondata, la sua 
			storia comincia verso l’anno1000. In quel tempo si ebbero parecchi 
			cambiamenti nel modo di vivere.Dopo secoli di guerre e distruzioni 
			le popolazioni sentirono il bisogno di organizzare il proprio 
			territorio e nacquero così i primi raggruppamenti sociali, politici 
			e religiosi.Le terre della bassa Garfagnana abbondavano di corsi 
			d’acqua ,che permettevano l’irrigazione dei campi strappati ai 
			boschi di cui ricca questa zona che così, velocemente cominciò a 
			popolarsi.Durante questo periodo regnava in questi luoghi la 
			Contessa Matilde di Canossa la quale dette molta importanza 
			all’edificazione di opere religiose (narra la leggenda che essa 
			ambiva a divenire Papa e che per riuscirvi doveva costruire 100 
			Chiese riuscì ad edificarne 99). Tra queste, dentro le mura della 
			fortezza di Loppia costruì la Chiesa che fu consacrata il 4 Febbraio 
			del 1058.In questi anni, la Pieve cominciò la sua espansione, nel 
			1277 il Vescovo Paganello conferì questo feudo nelle mani di 
			Guglielmo Guidone Bizzarri di Loppia. La Pieve crebbe sia di 
			ricchezze che d’importanza tanto da essere considerata quasi come un 
			Vescovato per le nostre zone e aveva soggette a sé 28 Chiese che 
			erano : S.Comizio di Pedona ,S.Lucia.di Colle Bertingo , S.Martino 
			di Ghivizzano, S.Martino di Coreglia, S.Stefano di Lucignana, 
			S.Giusto di Tiglio, S.Andrea di Seggio, S.Silvestro di Ariana, 
			Chiesa di Rocca Pettorita (oggi Pettori), S.Pietro di Lupinaia, S. 
			Quirico di Castelvecchio, Spedale  del Ponte a Populo (oggi 
			Perpoli) S.Maria di Treppignana , S.Michele di Albiano, S. Jacopo e 
			Cristoforo  di Barga, S. Frediano di Sommocolonia, S. Regolo di 
			Catagnana  ,S.Nicolao  di Calavorno, S.Silvestro di 
			Vitiana, S.Martino di Bori ,S.Sisto dello stesso Pievanato, S.Jacopo 
			di Gragno, S.Michele di guzano, S. Pantaleone, S.Simone , Spedali  
			di Calavorno  Monastero delle donne di Campo S. Pietro, 
			Eremitorio  di Giuncheto. Poi le guerre e le contese che si 
			succedettero nel medioevo, portarono alla decaduta della Pieve e 
			alla devastazione della Chiesa, ma no alla distruzione completa. Da 
			antichi scritti, siamo venuti a conoscenza che la Chiesa è rimasta 
			diroccata e abbandonata per circa 68 anni, fino a che nel 1500 il 
			territorio cominciò a ripopolarsi.Molte famiglie dai luoghi vicini 
			vi s'insediarono come i Verzani da Verzano, Riani da Riana, Casci da 
			Cascio. Fu comunque grazie ad Iacopo Manni, allora Pievano di Barga 
			che partì l’idea di ricostruzione della Chiesa di Loppia. Riunì gli 
			abitanti di Filecchio, Seggio, Pedona, Fornaci e Caterozzo e rivelò 
			la sua ambizione di rifar rinascere dalle proprie rovine l’antico 
			edificio sacro. La gente di codeste frazioni accettò e grazie al 
			loro duro lavoro nel 1522 la Chiesa era già in buono stato e fù così 
			consacrata sotto il titolo di Maria SS. Assunta. Nel 1621 le fù 
			concesso di nuovo il fonte Battesimale, il 6 Dicembre del 1684 da 
			Cardinale Spinola fù scissa assieme alla Chiesa S. Michele d, Aliano 
			dalla Pieve di Barga. Siamo arrivati, così sino ai nostri giorni e 
			la Pieve di Loppia raccoglie sotto di sé le Chiese delle frazioni di 
			Filecchio, Pedona e le due Chiesine di Seggio ma soprattutto 
			nonostante lo scorrere del tempo e i vari restaurì si può ancora 
			ammirare così com’era negli anni del suo massimo splendore, l’antica 
			bellezza della chiesa. 
		
		
			 Ora 
			dopo aver riportato le tappe salienti della storia della sudetta 
			pieve ,passiamo a descrivere come è costruita la chiesa. La 
			facciata, è fatta ad alte arcate di Travertino e pietra Serena, la 
			finestra sopra la porta è rettangolare ma è stata fatta in epoca più 
			moderna. L’arco di mezzo, dove si trova la porta è più alta degli 
			altri quattro archi che formano la facciata.  Al di sotto poi 
			vi sono due altri archi e sotto a questi c’era una vasta porta che 
			in seguito fu ristretta come ancora oggi è. Più in alto di queste 
			arcate vi era un ornato fatto a guisa di piccolissime arcate senza 
			colonna a base che in gran parte esiste ancora.Le colonne delle 
			arcate sono tutte consumate dal tempo come si vedono usurate le 
			altre pietre simili a queste. Nel dietro della chiesa, accanto alla 
			cupola si vedano tre arcate con colonne di travertino messe tutte a 
			disegno come quelle della facciata. Il campanile è alto quattro 
			piani. Inizia con tre gradini messi a disegno. La cantonata 
			attaccata alla chiesa fino al secondo piano sembra più antico del 
			resto del muro. Ha due pertugi a volta con due colonnine in mezzo, 
			il tutto in pietra comune. Dalla parte di Levante i muri della 
			chiesa si vedano, sebbene ripresi in qua e la in tutta la loro 
			antica struttura. Ritornando alla facciata presso la cantonata si 
			vede una pietra in cui è scolpita l’iscrizione       
			
		
		
			                                                                            
			VA :VA :ET
		
			                                                                               OM :VA
		
			Le 
			lettere della prima riga si conoscono benissimo, ma quelle della 
			seconda sono scrostate, tuttavia intelligibili da poterne dare 
			l’interpretazione di: Vanitas vanitatum et omnia vanitas.Il formato 
			dei caratteri non è antica ed è facile che alludesse alla decadenza 
			della Pieve avvenuta nel 1422 e volessero dire che in questo mondo 
			tutto è soggetto a finire pure le istituzioni più fiorenti e i 
			monumenti più solidi. Entrando in chiesa osserviamo il battistero, 
			esso è una pila di marmo ottagonale sorretta da un piedistallo e da 
			una colonna pure ottagonale. A destra si può vedere un, altra pila 
			del medesimo marmo (probabilmente del Pietrasantino) con piedistallo 
			a grandi foglie.Vi è pure una terza pila antica di sasso comune. La 
			chiesa è di forma a croce sullo stile delle antiche Basiliche a tre 
			navate e sei archi.Tutte e tre le navate terminano alla crocera con 
			tre bellissimi archi. L’altare maggiore è posto quattro gradini più 
			in alto del coro.Dietro L’altare vi è una mezza cupola a guisa di 
			nicchia, ove è dipinta l’Assunzione di Maria. Vi è poi una specie di 
			dietro coro fatto a semicerchio che gira intorno alla mezza cupola, 
			e vi si accede per mezzo di due porticciuole aperte ai lati 
			dell’Altare. A destra e a sinistra dell’Altare maggiore, vi sono 
			altri due Altari, e sei se ne contano nelle navate laterali. È degno 
			di osservazione il Ciborio di legno dorato dell’Altare del SS.mo 
			Sacramento,ricco e di bellissima fattura |  
		| Altre Foto       Pieve
			
			
			 n°1 
		-
		
			
			n°2 -
		
			
			
			n°3             Facciata Pieve 
			
			
			n°1 -
		
			
			n°2           
			
			
			Particolare 
		Facciata       
			
		
			Lato abside 
			
			
			
			n°1 -
		
			
			
			n°2 -
		
			
			n°3              Campanile 
			
			
			n°1 -
		
			
			n°2             
			 Lato 
			sinistro Pieve              
			
			
			Lato destro Pieve |  
	
		| Pieve 
			S.Giovanni 
			(Pieve Fosciana) |  
		|  La 
				pieve di Fosciana, una delle più importanti dell’antica diocesi 
				lucchese in Garfagnana, in origine era dedicata ai Santi 
				Ippolito e Cassiano, ai quali, venne aggiunto verso il X sec. il 
				titolo di San Giovanni Battista, che diverrà all’inizio del 1300 
				il suo nome definitivo (in un documento del 1276 è ancora 
				chiamata “Sanctorum Johannis et Y Politi et Cassini de Fosciana”). 
				La chiesa, viene menzionata per la prima volta, in una pergamena 
				datata 764, “Ecclesia vestra baptismale Sancti Cassini” e nel 
				772  viene indicata come Basilica (basilica Santi Cassiani), 
				toponomio che gli resterà fino al XII sec.
		
			 La Pieve e lo stesso paese di Fosciana, fra l’VIII sec. e il 
				XII sec. sono stati soggetti a variazioni toponomastiche, che 
				hanno reso difficile l’interpretazione delle antiche pergamene, 
				ben 28, tutte conservate nell’Archivio Arcivescovile di Lucca 
				(alcuni storici parlano dell’esistenza di una prima chiesa 
				cristiana, a partire dal IV secolo). 
		
		
			La 
				chiesa di San Giovanni (costruita a tre navate), nel corso dei 
				secoli ha subito diverse modifiche, la struttura di oggi risale 
				al XII sec., a eccezione forse del “Fonte Battesimale” a 
				immersione, ben più antico, nel XVII secolo, vennero eseguite 
				delle modifiche interne e nel XVIII sec. furono demoliti e 
				ricostruiti il 
			
			campanile 1722 e la facciata 1774.
		
			Altre foto  
			
			
			Confessionale in pietra  
				
			
			Dipinto fonte Battesimale 
	
		| Pieve di 
			S.Piero in Campo 
			
			(Montecarlo) |  
		| 
		
		La
			Pieve di S.Piero, venne fondata fra i 
			due torrenti Pescia Minore e Pescia di Collodi intorno al IV secolo 
			in una zona dove i romani avevano edificato ben due templi, il 
			“Fanum Martis” presso il Castrum Veneri e il “Tempio degli dei Lari”
		
			Il 
			primo documento che ci attesti la sua esistenza, risale alla fine 
			dell’Impero romano, in una pergamena del 485, il rettore della Pieve 
			di S.Piero in Campo sulla Pescia Minore un certo Rachimondo diede in 
			allivellamento dei beni in loco “Bona a Pianula” (alle Pianole), 
			altre tracce della Pieve le ritroviamo in un documento dell’846 nel 
			quale il rettore Rachinaldo allivellò dei beni ai fratelli Cristiano 
			e Walperto e successivamente in una pergamena del 913 dove il 
			Vescovo Pietro per convincere il prete Alchisi a rimanere lo pagò 
			con venti soldi.
		
			Nel 
			Catalogo degli Estimi della Diocesi di Lucca la Pieve aveva alle sue 
			dipendenze quattro chiese e un Hospedale, “Ecclesia S.Marie de 
			Castellare” – “Ecclesia S.Martini de Collodi” – “Ecclesia 
			S.Bartholomei de Collodi” – “Eclesia S.Quirici de Vennere” – 
			“Hospitale de Strada”, in seguito in una Bolla emanata da Papa 
			Alessandro II a questo elenco troviamo aggiunte la chiesa 
			“S.Michele” in Vivinaia, la chiesa “S.Marco” o  del “Crocefisso” al 
			Cerruglio, la chiesa di “S.Maria” della Stradicciola (il Marginone) 
			e la chiesa di Montechiari.
		
			Nel 
			1314 il borgo di S.Piero in Campo venne distrutto e incendiato dal 
			pisano Uguccione della Faggiola e per la Pieve rimasta poco 
			danneggiata iniziò il suo periodo di declino, la costruzione del 
			nuovo castello di Montecarlo (XIV secolo) voluta da Carlo IV, spinse 
			le popolazioni dei piccoli centri vicini a trasferirsi all’interno 
			di Montecarlo, ritenuto un luogo più sicuro e il 29 luglio del 1408 
			Papa Gregorio XII durante la sua permanenza a Lucca decise di 
			trasferire i diritti e i privilegi della Pieve alla chiesa di 
			S.Andrea di Montecarlo, facendo cadere la Pieve in un grave stato 
			d’incuria che durerà fino al 1509, quando la famiglia Capponi 
			restaurò la chiesa, ma l’antica Pieve troppo lontana dal borgo di 
			Montecarlo, continuò a esser poco frequentata dai fedeli e nel 1890 
			verrà chiusa definitivamente al culto.
		
			Altre 
			informazioni e foto sono disponibili nella 
			
			scheda 
				da noi realizzata e pubblicata su 
			
			www.castellitoscani.com 
		
		Altre foto      Pieve
		
		N°1 -
		
		N°2     
		
		
		Abside       
		Facciata 
		
		N°1 - 
		
		N°2       
		Portale 
		
		N°1 - 
		
		N°2 - 
		
		N°3 |  
	
		| Pieve di S.Paolo 
			Vico Pancellorum (Bagni di 
			Lucca) |  
		|  La 
			Pieve di S.Paolo di Vico Pancellorum, è una delle più antiche della 
			Val di Lima, i molti restauri che ha subito nel corso dei secoli, 
			rendono difficile stabilire con certezza la data della sua 
			edificazione, analizzando alcune parti della struttura rimaste quasi 
			inalterate possiamo ipotizzare  sia avvenuta intorno all’VIII 
			secolo, comunque le prime notizie storiche documentate le troviamo 
			all’interno di una pergamena dell’873 nella quale il presbitero 
			Alpari figlio del fu Lucci, comunica al Vescovo Gherardo 
			l’intenzione di versagli trentasei soldi per ogni anno che terrà la 
			Pievania  “Plebem e S.Pauli in Vico Panuceulorum”, successivamente 
			ritroviamo notizie della sua esistenza in un documento del 18 marzo 
			942 nel quale il Vescovo di Lucca Corrado ordinò nella chiesa dei 
			Santi Giovanni e Paolo ubicata in “Ubi Dicitur Vico Panitialorum” il 
			presbitero Lamperto figlio del fu Romano, lo stesso giorno, il prete 
			Lamperto allivellò ai fratelli Pietro e Andrea figli della defunta 
			Cristina, per un censo annuo di 42 denari d’argento, le decime della 
			Pieve versate dagli uomini di “Vico Panitialorum”, “Limanum”, 
			“Casule”, “Lacu e Lagovectio”.
		
			Dopo 
			il mille i documenti diventano più numerosi, per circa un secolo una 
			serie di contratti di allivellamento racconteranno la storia di 
			alcuni sacerdoti alternatisi alla sua guida.
		
			Nell’estimo delle chiese della Diocesi di Lucca del 1260 la “Plebes 
			de Vico Panceloro”, risulta avere alle sue dipendenze una cella 
			eremitica “Cella Crucis Brandelliane”, le due chiese di Casoli, 
			“Ecclesia S.Donati de Casore”, “Ecclesia S.Andree de Lacu” e la 
			chiesa di Limano “Ecclesia S.Martini de Limano”.
		
			Come 
			tutte l’antiche Pievi, anche quella di Vico Pancellorum sorgeva 
			fuori dal paese in un luogo facilmente raggiungibile, il ripido 
			sentiero che la raggiungeva dal fondovalle, dopo aver raggiunto il 
			castello del borgo, proseguiva lungo le pendici del Balzo nero verso 
			l’Appennino valicandolo.
		
			Tipica 
			Pieve (o basilica) latino-lombardo, costruita quasi interamente in 
			pietre di piccolo taglio, dispone di tre
			
			
			navate sorrette da otto
			
			
			colonne sovrastate da
			
			
			capitelli 
			ornati con figure geometriche ed antropomorfe, il suo 
			abside collocato ad oriente al suo interno ospita una grande statua 
			lignea raffigurante S.Paolo e la sua navata destra dispone di uno 
			stupendo 
			
			tabernacolo marmoreo (XV secolo) attribuibile al Civitali, oltre 
			a queste opere d’arte il suo interno è arricchito anche di un’acquasantiera 
			del 1550 e di un organo del XVII secolo.
		
			La 
			porta d’ingresso della Pieve è sormontata da un
			
			
			architrave in pietra, che reca 
			sopra scolpito un crocefisso (tipica iconografia del Volto Santo), 
			un albero, una figura irriconoscibile, una grande scacchiera e una 
			figura femminile sul trono, queste figure non sembrano collegate fra 
			loro, anche se l’intero disegno sembrerebbe fare un richiamo al 
			Nuovo Testamento, ipotesi che potrebbe essere avvallata solo con la 
			decifrazione della figura irriconoscibile
		
			Il suo
			
			
			campanile costruito successivamente alla Pieve (forse XI 
			secolo), nel tratto iniziale fino alle prime bifore conserva la 
			struttura originale in tutta la sua bellezza, la parte superiore in 
			seguito al suo deterioramento, nel 1790 venne ricostruita in malo 
			modo senza curarne i dettagli e lo stile della base. |  
		| Altre 
			foto     
			
			Antico affresco         
			
			
			Lato esterno destro         
			
			
			Facciata 
			          
			Fonti Battesimali 
			
			
			N°1 -
			
			
			
			N°2 |  |  |