| Montecarlo | Montecarlo Google maps |
| I borghi di Montecarlo |
| Montechiari S.Piero in Campo Vivinaia |
| L'antico castello di Montechiari |
Il
castello di Montechiari, oggi scomparso come il castello di Vivinaia,
sorgeva sulla sommità di un colle, nei pressi di Montecarlo a poca
distanza dalla Fortezza del Cerruglio e per la sua
posizione esposta al sole di mezzogiorno (come ipotizza l’Anzillotti
nella sua storia della Valdinievole) venne chiamato “Montechiaro”.
Dei
suoi signori e della sua storia prima del Mille sappiamo poco, nell’XI
secolo il castello risulta in mano ai Conti di Montechiari e di
Uzzano, casato di origine Longobarda che schierandosi con Lucca fin
dall'inizio,
riuscirono nel corso dei secoli a far parte del “Collegio degli
Anziani” della Repubblica di Lucca, fra i primi Signori del castello di cui
abbiamo notizia figurano un certo Sisemondo di Sichelmo e il figlio di
un certo Rolando di Sisemondo.
All'iniziò
della guerra fra Guelfi e Ghibellini, i Signori di Montechiari
parteggiarono per la prima fazione iniziando a guerreggiar con i
vicini castelli di fede Ghibellina, fra i quali il castello di Buggiano,
castello che opportunamente cercarono di assaltare, insieme ai loro
alleati (Altopascio, Vivinaia e Cerruglio)
venendo respinti, i montechiaresi per vendicare la sconfitta e lo
smacco subito assoldarono Romano da Cerraia detto “La Forte Spada”, bandito e mercenario al soldo di chi
lo pagava meglio e che abitualmente scorrazzava in lungo e largo per
la Valdinievole, dopo aver ricevuto dei rinforzi da Lucca, Forte
Spada una notte assaltò il castello di Buggiano cogliendo di
sorpresa le sentinelle e la sua popolazione, i suoi uomini una volta
entrati nel castello, incendiarono il borgo uccidendo chiunque
incontrarono.
Nel
1314, il pisano Uguccione della Faggiola penetrato in Valdinievole,
dopo aver incendiato e distrutto S.Piero in Campo assaltò la
fortezza del Cerruglio, Vivinaia e Montechiari, questi ultimi due al
sopraggiungere delle milizie pisane furono prontamente abbandonati dalla
popolazione ,che si salvò rifugiandosi preso il lago di Bientina.
Alcuni
anni dopo nel 1323, i fiorentini alleati con i pistoiesi in piena
lotta con il condottiero lucchese Castruccio Castracane, sfruttando
la netta superiorità numerica (circa 20.000 pedoni e 3.000
cavalieri) riuscirono a conquistare i castelli di Montecarlo fra i
quali Montechiari e Porcari, Castruccio rifugiatosi a Pistoia appena
ricevette i rinforzi inviati da Galeazzo Visconti, passò al
contrattacco e dopo aver conquistato le alture di Vivinaia e
Montechiari le discese sbaragliando l’esercito nemico schierato a
valle e Montechiari ritornò sotto le insegne di Lucca, in seguito,
con la morte di Castruccio i castelli della Valdinievole il 28
settembre 1328 per liberarsi dal giogo lucchese costituirono la
“Lega delle castella della Valdinievole”, ma Montechiari volendo
rimanere fedele a Lucca non vi aderì.
Due
anni dopo, nel settembre 1330 i fiorentini assaltarono e
conquistarono nuovamente Montechiari, ma nel 1332 vennero cacciati
dalle truppe di Carlo IV figlio di Re Giovanni di Boemia, fondatore
di un nuovo castello (l’attuale Montecarlo) eretto intorno alla
fortezza del Cerruglio, la popolazione di Montechiari ritenendolo un
luogo più sicuro, iniziò a migrare verso Montecarlo dando inizio al
declino dell’antico castello di Montechiari, che nel corso dei secoli
scomparirà dopo esser finito nel 1437 definitivamente sotto la
giurisdizione di Firenze
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| S.Piero in Campo |
Le
origini di S.Piero in Campo si perdono nella notte dei tempi e la
mancanza di documentazione purtroppo non ha permesso agli storici
locali di stabilire un periodo preciso, le più antiche notizie si
riferiscono alla sua chiesa la “Pieve di S.Piero in Campo”, una
delle più antiche della lucchesia, costruita prima della caduta
dell’Impero romano nei pressi di due templi romani, distrutti al
dilagare del cristianesimo nella regione, il “Fanum Martis” presso
il Castrum Veneri e il “Tempio degli dei Lari” (per ulteriori
informazioni
Pieve di S.Piero in Campo)
Questa
presenza romana, insediatasi presso i due torrenti Pescia Minore e
Pescia Maggiore (o di Collodi), può indurre a ipotizzare la
formazione di un primo piccolo agglomerato urbano romano, ma è anche
vero che le prime chiese, vennero edificate anche se isolate
principalmente lungo le vie di comunicazioni in luoghi facilmente
accessibili al popolo (che spesso viveva sparpagliato per le
campagne), perciò possiamo anche far risalire la nascita del borgo
all’edificazione del suo castello, uno dei più antichi della
Valdinievole, fondato secondo alcuni storici locali (Anzilotti), dai
Goti intorno al V secolo.
Il
borgo ubicato nell’antica località “Marcoratico”, prese il nome da
“Campo della Pescia” (l’antico nome della Valdinievole) e viene
citato per la prima volta in un atto di donazione del 1058 (i
documenti antecedenti a questa data citano solo la Pieve) eseguito
da un certo Guinigio.
Durante gli eventi bellici del XIV secolo che sconvolsero la
Valdinievole, il pisano Uguccione della Faggiola penetrato nella
valle con le sue soldatesche, distrusse e incendiò S.Piero in Campo
(1314), costringendo alla fuga l’intera popolazione, che negli anni
successivi cercò rifugio nel nuovo castello di Montecarlo eretto per
volere di Carlo IV di Boemia, segnando il declino del borgo che nel
corso dei secoli non scomparirà come altri borghi vicini, ma subirà
un notevole ridimensionamento.
Nel
1328 il suo castello volendo sottrarsi al dominio di Lucca, entrò a
far parte della “Lega dei castelli della Valdinievole” e insieme ad
altri dodici castelli della valle chiese protezione ai fiorentini,
ma solo nel 1437 dopo esser stato conteso a lungo da lucchesi,
pisani e fiorentini finirà definitivamente sotto la giurisdizione di
Firenze
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| L'antico castello di Vivinaia |
| L’origine dell’ormai scomparso castello di Vivinaia, ubicato a poche centinaia di metri dalla rocca del Cerruglio (Montecarlo), risale ai tempi bui del medioevo, nonostante l’assenza di una documentazione precisa sulla sua storia avanti il mille, le ricerche storiche svolte da alcuni storici, fra i quali il Baldasseroni lo farebbero risalire al V secolo allorché i Goti per difendere le loro terre in Valdinievole, in alcuni punti strategici vi edificarono delle fortificazioni.. La documentazione disponibile riguardante Vivinaia, prima “Curtis”magravale e poi castello, parte dal X secolo per concludersi nel XIV secolo con la sua distruzione, nelle prime pergamene arrivate ai nostri giorni la “Curtis de Vivinaia”, risulta già essere una “Terra” molto importante e in grado di accogliere all’interno dei suoi palazzi personaggi illustri, il primo Imperatore a sostarvi per alcuni giorni fu Enrico II, Duca di Baviera e Re di Germania (successore di Ottone III, divenuto Imperatore dell’impero d’occidente nel 1002), che venne ospitato nel 1022 dal Marchese Ranieri, mentre nel 1038 il Marchese Bonifazio di Canossa (padre di Matilde di Canossa) vi ospitò Papa Benedetto IX e l’Imperatore Corrado II, con l’intera corte. Nel 1075 si ha notizia dell’avvenuto incastellamento della “Curtis” , attraverso una donazione di “Terre” locate nel piano di Pescia, a favore del monastero di S.Martino, in Colle “Cartula Offersionis”, redatta dal notaio imperiale Ildebrando “Intus Castre De Vivinaia” Nel novembre del 1197 a San Ginesio, alla presenza dei cardinali Bernardo, Lucchesi e Pandolfo Roberti, alcuni borghi e castelli della “Tuscia” spinti dai Vescovi e dai Conti della regioni diedero vita a una “Lega Guelfa”, con l’intento di isolare le città Ghibelline Pisa, Siena e Pistoia, cercando di riportarle sotto l’influenza papale, Vivinaia insieme ad alcuni castelli vicini (Cerruglio, Montechiari), vi aderì 5 anni più tardi per alcuni contrasti sorti all’interno delle sue mura, fra le due fazioni, al momento dell’adesione la maggioranza Ghibellina sotto il comando di un certo Gherardo si unì con la repubblica di Pisa. L’adesione alla “Lega Guelfa” innescò una serie di dispute e controversie con alcuni castelli vicini, come avvenne nel 1261, quando il Comune di Lucca sentendosi minacciato dalle forze Ghibelline per rafforzare le difese in Valdinievole, deviarono il corso dei fiumi Pescia Minore e Pescia Maggiore allagando il settore orientale della valle sottostante Vivinaia. Con l’ascesa al potere di Castruccio Castracane a Lucca come spesso accadeva in quei tempi Vivinaia cambiò bandiera, da roccaforte Guelfa si ritrovò roccaforte Ghibellina, Castruccio ritenne fin dall’inizio della sua signoria i castelli di Vivinaia, rinominato “Castello Lucchese” e il castello di S.Martino in Colle rinominato “Castello Ghibellino” roccaforti indispensabili per la difesa di Lucca nella guerra con Firenze, e per il rifornimento delle truppe lucchesi penetrate nei territori alleati dei fiorentini, questo centro di retrovia risultò fondamentale nel 1325 allorchè i fiorentini sotto il comando del generale Cadorna riuscirono a penetrare nei territori lucchesi attraverso le Cerbaie ponendo Altopascio sotto assedio, Castruccio protetto dai suoi due castelli Vivinaia e Cerruglio ritirò una parte delle sue truppe dislocate a Pistoia e dirigendo le operazioni belliche da quel colle il 23 settembre contrattaccò insieme ai suoi alleati Ghibellini lombardi infliggendo una dura sconfitta ai fiorentini nella battaglia svoltasi nel piano compreso fra Porcari e l’Abbazzia di Pozzeveri, i lucchesi riuscirono a catturare molti prigionieri, fra i quali anche il generale Raimondo Cadorna. Con l’improvvisa morte di Castruccio per malaria (o avvelenamento), Lucca precipitò nel caos, e i fiorentini ne approfittarono e nel settembre 1330 capitanati da Alamanno degli Obizzi, “fuoriuscito” lucchese di parte Guelfa, penetrarono nelle terre lucchesi riuscendo a montare il campo sotto le mura della città ponendola sotto assedio, l’allora signore di Lucca lo Spinola chiese aiuto offrendoli la città a Giovanni re di Boemia e re di Polonia, disceso in quel tempo in lombardia, Re Giovanni intervenne inviando il 1 marzo del 1331 a Lucca il suo prefetto Simone Filippi Reali di Pistoia con 800 cavalieri, i fiorentini saputo dell’arrivo dei rinforzi si ritirarono e attraversando la Valdinievole distrussero incendiandolo il castello di Vivinaia “ Rubarono la Terra e Misonvi Fuoco”, decretando definitivamente la sua fine, le macerie del castello furono usate per costruire il nuovo borgo che stava sorgendo intorno alla rocca del Cerruglio, l’odierno Montecarlo. |