| Molazzana | Molazzana Google maps |
| I borghi di Molazzana |
| Alpe S.Antonio Brucciano Cascio Eglio Montealtissimo Sassi |
| Alpe S.Antonio |
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| Brucciano |
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| Altre foto: Brucciano Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7 - N°8 - N°9 - N°10 - N°11 |
| Cascio |
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| Altre foto: Chiesa Campanile Panorama S.Rocco Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 |
| Castello di Cascio | ||
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| Altre foto: Baluardi N°1 - N°2 Mura castello Porte castello N°1 - N°2 Feritoia porta d'ingresso Palazzo N°1 - N°2 - N°3 | ||
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| Eglio |
Le
origini di questo
borgo sono difficili da scoprire ed
interpretare, nei documenti antichi viene citata una località
“Jello” spesso identificata in Eglio, nonostante nella successiva
evoluzione della lingua questo termine può riferirsi anche al
termine “Gello”, località presente nel comune di Pescaglia e in
altre due province toscane.
La
difficoltà nell’interpretare l’origine del suo toponomio, ha portato
gli storici locali a fornire più di una ipotesi, alcuni lo farebbero
derivare dal greco “elios” (sole), altri l’attribuirebbero a un
fondo agricolo concesso ad soldato romano in pensione, un certo Elio
“fundum Ellii” (già attribuito anche ad altre località).
Fra le
prime notizie storiche riferite a Eglio, lo storico Raffaelli narra
di un documento del X secolo, nel quale “Jello” risulta pagare dei
tributi a “Villa Foxana” (Pieve Fosciana), documento che il canonico
Ricci attribuisce al 952.
Il 19
marzo 1313, l’Imperatore Arrigo IV inserì il paese di Eglio (insieme al vicino Sassi) fra le terre della Vicaria di Camporgiano,
nata da uno smembramento parziale della Vicaria di Castiglione e
concessa dallo steso Imperatore a Spinetta Malaspina. In seguito
alla morte di Castruccio Castracane,
Firenze e Pisa si spartirono le terre lucchesi e i due paesi
verranno inseriti inizialmente nella Vicaria di Gallicano (pisana) e
quando Carlo IV di Boemia liberò Lucca dal giogo pisano,
ritorneranno sotto le insegne lucchesi, restandoci fino alla loro
richiesta di protezione inoltrata a Niccolò d’Este Marchese di
Ferrara (1430).
Il
paese di Eglio nella sua storia resterà sempre legato al vicino
Sassi, condividendone le sorti fino all’Unità d’Italia, la piccola
comunità nel 1494 ottenne il permesso di costruire una propria
chiesa (sempre alle dipendenze di S.Frediano di Sassi), dedicata in origine a S.Frediano e
successivamente intitolata a S.Maria e S.Rocco, chiesa che solo nel
1726 divenne parrocchia, ricevendo nel 1902 anche il Fonte
Battesimale, ma solamente nel 1934 grazie alla rinuncia del parroco
di Sassi, Bernardino Corsi diventerà una Rettoria indipendente.
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| Altre foto Torre campanaria N°1 - N°2 Fontana Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 |
| Montealtissimo |
Borgo
di origine medievale o longobarda, che prende il nome dalla
posizione geografica di un’antica torre, a base quadra edificata
intorno al XII secolo poco più in alto dell’attuale borgo,
sviluppatosi nel corso dei secoli intorno alla sua chiesa intitolata
ai SS.Jacopo e Filippo, l’esistenza dell’antica torre fu confermata
in occasione di alcuni scavi archeologici nella zona, che
riportarono alla luce le sue fondamenta e dei ciotoli di ceramica
databili XII – XIV secolo.
Le
prime notizie storiche di questo piccolo borgo, le troviamo
all’interno del “Placito” emesso il 10 luglio del 1105 dalla
Contessa Matilde, in occasione della sua visita a Pieve Fosciana “in
Munte Altissimo”, altre notizie del borgo e più precisamente della
sua chiesa le troviamo all’interno della Bolla Ponteficia emessa da
Papa Alessandro III, il 23 dicembre 1168 da Benevento “Ecclesia
S.Jacobi de Montealtissimo”, chiesa che nel catalogo degli Estimi
della Diocesi di Lucca del 1260 risulta tassata con 34 libbre
lucchesi.
Nel
XIII secolo, quando i lucchesi riuscirono ad impossessarsi della
Garfagnana, Montealtissimo (i Porcaresi suoi Signori dopo aver
lottato a lungo furono costretti a cederlo a Lucca) venne inserito
inizialmente nella “Vicaria Perpore Infra” e successivamente nella
Vicaria di Barga e quando Barga nel 1341 si diede volontariamente a
Firenze, dopo una serie di eventi che videro Lucca in balia di
Firenze e Pisa, venne inserito nella neo-costituita Vicaria pisana
di Gallicano e quando Carlo IV di Boemia liberò la città dal gioco
pisano la Vicaria di Gallicano diverrà Lucchese, alcuni anni dopo il
castello di Montealtissimo verrà citato nell’elenco dei castelli
fedeli all’Imperatore Carlo V del 1376 “Castrum Montis Altissimi”.
Con la
fine della Signoria lucchese di Paolo Guinigi, Montealtissimo come
molti altri castelli garfagnini chiese protezione agli estensi, che
nel 1451 lo inseriranno nella Vicaria estense di Trassilico, ai
primi del 1600 i nuovi signori del castello entrarono in guerra con
i lucchesi e l’intera zona per 18 anni fu teatro di violenti
scontri, nel 1613 le soldatesche del generale lucchese Jacopo
Lucchesini assaltarono e incendiarono Montealtissimo, cinque dei
suoi abitanti che si erano opposti furono impiccati nel colle
vicino, detto ancora oggi il “Colle delle Forche”, con la firma a
Vienna della definitiva pace fra le due fazioni del 27 agosto 1618,
il paese condividerà la sorte fino all’Unità d’Italia, con Molazzana
suo attuale capoluogo comunale.
Delle
origini della sua chiesa (nel XVI secolo verrà intitolata ai
SS.Filippo e Giacomo) sappiamo poco, quella che oggi possiamo
ammirare forse non è l’originaria struttura, secondo alcune credenze
popolari il primo edificio sarebbe stato edificato all’interno del
castello, mentre altri racconti la indicano fondata in quel luogo in
tempi remoti come “Hospitale”, fra le poche notizie arrivate a noi
segnaliamo una visita pastorale compiuta nel 1575, durante la quale
fu imposto il suo restauro da Giovanni Battista Castelli sostituto
Vescovo Guidiccioni.
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| Altre foto: Montealtissimo N°1 - N°2 - N°3 Chiesa Campanile Panorama |
| Sassi |
Il
borgo di Sassi sorse in epoca remota, a ridosso di uno
strapiombo roccioso, che con un
salto di circa 470 metri si tuffa nella Torrite Secca, tipico
torrente delle Alpi Apuane.
Le
prime notizie documentate del borgo risalgono all’849, in
occasione di un’esecuzione testamentaria riguardante una
proprietà posta in località “Saxi finibus Castrinovo”,
successivamente Sassi viene citato anche in un documento del
952, insieme alle località “Elio” Eglio e “Grancilla” Grancia
(paese oggi scomparso, ridotto ad un casolare).
Nel 1105 Sassi “Saxi”appare all’interno di un “placito”, redatto
dalla Contessa Matilde di Canossa durante la sua visita alla
Pieve di “Villa Foxana” Pieve Fosciana, a favore della Badia di
Pozzeveri e successivamente nel 1168 all’interno di un placito
emesso da Papa Alessandro II da Benevento al pievano di “Villa
Foxana” (Pieve Fosciana), viene citata anche la sua chiesa
intitolata a S.Frediano.
Sassi come gli altri castelli vicini nel XIII secolo finì
inesorabilmente sotto il dominio lucchese, i suoi signori furono
costretti da Federico II a cedere la rocca alla città lucchese,
dopo che quest’ultima aveva ricevuto dallo stesso Imperatore,
l’Investitura Imperiale sulla Garfagnana, dopo una prima
appartenenza nel 1272 alla Vicaria di Barga (lucchese) e nel
1313 alla Vicaria di Camporgiano, alla
morte di Castruccio Castracane quando Firenze e Pisa si
spartirono Lucca e le sue terre, venne inserita nella Vicaria di
Gallicano (pisana) e quando Carlo IV di Boemia liberò Lucca dal
giogo pisano, Sassi ritornò lucchese, restandoci fino alla sua
richiesta di protezione a Niccolò d’Este Marchese di Ferrara
(1430).
Il
28 luglio 1524 il Governatore estense della Garfagnana, Ludovico
Ariostò illustre poeta dell’epoca, si recò in visita alla rocca
di Sassi per valutarne lo stato di conservazione, nell’estremo
tentativo di dissuadere il Duca Ercole II, intenzionato a
chiuderla per una questione di bilancio (in estate la visita
viene rievocata con una
Festa Medievale).
Gli estensi amministrarono il borgo fino all’Unità d’Italia,
eccetto la parentesi napoleonica e nelle lunghe guerre scoppiate
in Garfagnana fra lucchesi ed estensi, il paese venne
risparmiato grazie alla sua posizione isolata, distante da
Molazzana e dal valico di Monteperpoli, cosa che non avvenne in
tempi moderni, quando nell’ultima guerra, Sassi trovandosi lungo
la Linea Gotica subì numerosi bombardamenti
La Rocca di Sassi
Nella parte in alto del colle in prossimità del dirupo, venne
costruita probabilmente in epoca tardo-romana, una rocca con al
suo interno l’antica chiesa di S.Frediano di Sassi, questa prima
fortificazione fu distrutta intorno alla seconda metà del XIV
secolo, dai lucchesi impegnati in Garfagnana, a sedare la
rivolta istigata dai figli di Castruccio Castracani, desiderosi
di riprendersi la città dopo la morte del padre, appena
soffocata la ribellione i lucchesi la ricostruirono
immediatamente e nel 1393 la rocca verrà concessa in feudo ai
nobili di Dalli dal Vescovo di Lucca. Quando la rocca passò
sotto la giurisdizione degli estensi, i ferraresi ritenendola in
quel momento uno dei punti strategici per la difesa della loro
“Provincia di Garfagnana” provvidero a rafforzarla e a
riarmarla, ma l’elevato costo di mantenimento delle molte
fortezze della Garfagnana, nel 1537 spinse il Duca Ercole II ad
affidare la rocca di Sassi a una famiglia del paese e questa
smilitarizzazione segnò l’inizio della sua rovina, nel 1600
risulterà già semi-distrutta, oggi oltre all'antica
torre di segnalazione è
visibile solo il lato di ponente della rocca, nella parte più in
alto della rocca, se si è muniti di cannocchiale è possibile
vedere i più famosi castelli della valle del Serchio.
Chiesa di S.Frediano di
Sassi
L'antica chiesa di S.Frediano
di Sassi fondata prima del Mille e probabilmente ristrutturata
dalla contessa Matilde (una leggenda locale la vorrebbe
edificata da lei),
fino alla metà del XIV secolo dipese dalla
Pieve di S.Giovanni di Fosciana, poi i suoi parrocchiani stanchi
di recarsi alla lontana Pieve (circa 4 miglia di sentieri
montani) per ricevere il battesimo e gli altri sacramenti
chiesero al Vescovo di Lucca la concessione del Fonte
Battesimale, privilegio che gli fu accordato dopo alterne
vicende anche per venire incontro alle esigenze dei popoli di
Eglio e Grancia. Nel dicembre del 1483 Battista figlio di
Bartolomeo “Operaio” della chiesa, commissionò al maestro
Civitali la realizzazione di un tabernacolo in marmo per i
SS.Sacramenti del valore di 8 ducati d’oro, oggi del tabernacolo
si sono perse le tracce e non sappiamo se nel corso dei secoli
sia andato perso o distrutto, o che forse come hanno ipotizzato
alcuni storici interessati alla vicenda, non è mai stato
iniziato dal maestro, nonostante i due ducati d’oro ricevuti in
acconto alla momento della firma del contratto.
Fra i vari lavori effettuati al suo interno per abbellirla, è da
segnalare la ricostruzione del soffitto, realizzato in legno
intagliato e dipinto.
Nel 1642 nel borgo, sviluppatosi ai piedi della rocca venne
costruito un piccolo oratorio dedicato alla Madonna di Loreto,
che nel 1803
fu deciso di ampliare per ospitare
la nuova chiesa di S.Frediano
quando si decise di abbandonare la vecchia (verrà utilizzata
come chiesa del cimitero ricavato all’interno della rocca),
ritenuta ormai scomoda e pericolosa per i molti fulmini che si
abbattevano intorno alla rocca.
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| Da visitare Il Borgo e la sua rocca |
| Altre foto Sassi Ingresso antica chiesa La rocca N°1 - N°2 - N°3 Panorama N°1 - N°2 Una casa Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 |