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I borghi di Massarosa
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Bozzano - Corsanico   Massaciuccoli (castello di Aquilata)   Mommio (Mommio Castello - Piano di Mommio)   Stiava
   
   
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Bargecchia   Conca (e Piano di Conca)   Gualdo   Luciano   Montigiano   Pieve a Elici

 

Bargecchia
BargecchiaNonostante il luogo dove oggi sorge Bargecchia  (dal celtico “Berg” piccola altura), fosse abitato fin dal IV secolo a.C. dalle tribù dei Liguri-Apuani, il paese probabilmente iniziò a formarsi fra l’XI e il XII secolo, quando i nobili di Montemagno Guido di Ildebrando e il figlio Ildebrando, decisero di edificare su quell’altura un castello, intorno al quale iniziarono a radunarsi le prime famiglie, dando vita a una piccola comunità, che troviamo citata per la prima volta in un documento del 1234, nel quale vengono nominati i rettori della nuova chiesa romanica, intitolata a S.Martino, edificata a cavallo fra l’XI e il XII secolo e che andò a sostituire la piccola cappella privata del castello, non più in grado di ospitare la sempre più numerosa popolazione.
Le pestilenze che si susseguirono in Versilia fra il XIV e il XV secolo, causarono un repentino calo demografico in quasi tutti i paesi della Versilia, compreso Bargecchia che per molti anni attraversò un triste periodo, ad un certo punto della sua storia la chiesa di S.Martino di Bargecchia per mancanza di fedeli venne unita ad altre chiese lucchesi (Stiava, Conca, Arliano,
Pontemazzori ......), lo spopolamento andò ad incidere anche sul numero dei soldati, che il castello forniva normalmente alle milizie territoriali della Vicaria di Camaiore, per Bargecchia in quel periodo scesero a soli tre uomini, verso la fine del XV secolo il borgo riprese vitalità e per circa un secolo la sua popolazione crebbe nuovamente, ma poi la pestilenza del 1528 colpì nuovamente e duramente il borgo, mettendolo in ginocchio per la seconda volta.
Nel 1617, il governo lucchese istituì in Versilia la Vicaria di Viareggio, e Bargecchia dopo molti secoli d’appartenenza alla Vicaria di Camaiore, venne posto sotto la giurisdizione di Viareggio rimanendoci fino all’8 settembre 1869, giorno in cui Vittorio Emanuele II con un Regio Decreto istituì il comune di Massarosa e da allora Bargecchia legò il suo destino con Massarosa suo attuale capoluogo comunale.
Altre foto:   Bargecchia N°1 - N°2 - N°3 - N°4              Chiesa
 
Le campane della Tosca di Puccini
Il campanile di Bargecchia e le campane della Tosca di PucciniNel 1842, il popolo di Bargecchia visto il grave stato d’abbandono in cui era caduta la loro chiesa decise di ristrutturala, con la fine dei lavori, che ne aumentarono le dimensioni, il vecchio campanile venne a trovarsi in mezzo alla sacrestia, curiosa situazione che perdurò fino a quando (1876) la popolazione del borgo decise di porvi rimedio, al termine dei lavori di realizzazione del nuovo campanile durati 9 anni, per la popolazione si presentò un nuovo problema, le campane, come poteva quel maestoso campanile visibile dall’intera vallata avere delle comuni campane? Per risolvere la questione venne istituito un apposito comitato, che commissionò la fusione di ben quattro campane, il cui diametro variava dall’1,80 m della più grande all’0,80 della più piccola.
all’inizio del novecento il suono di queste campane arrivò ad ispirare il grande maestro Giacomo Puccini, che durante la composizione della Tosca, nel duetto fra Tosca e Scarpia del primo atto il maestro inserì delle campane, che suonavano con le stesse note di quelle di Bargacchia (RE-MI-FA-SOL partendo dalla più grande alla più piccola) e grazie a questo episodio, durante l’ultima guerra quando una disposizione ministeriale, obbligò le varie Diocesi a consegnare allo stato il 50% delle campane per poterne ricavare delle armi, il parroco don Giuseppe del Fiorentino, alla fine di una lunga disputa con il sopraintendente ai monumenti, riuscì a esonerarle dal sequestro, per l’importante ruolo storico-artistico che ricoprivano (una leggenda popolare, narra dell’intercessione di un Capitano amante della lirica, che prese a cuore la questione).
Altre foto:  Campanile              Lapide a ricordo del Maestro Puccini
Conca (e Piano di Conca)
L'antico borgo di ConcaQuesto piccolo e florido borgo, scomparso in occasione delle pestilenze del XVI secolo, si sviluppò lungo l’antica via che da Stiava giungeva a Colsereno, conosciuta un tempo anche come “Strata” e già esistente nel I secolo a.C. La sua comunità, viene citata per la prima volta in un documento del 1181, con il quale i suoi Signori, i nobili di Bozzano, gli concessero il diritto di sfruttare il padule vicino a Montramito (pesca, caccia, taglio legname....), mentre la sua chiesina intitolata a S.Lorenzo, la troviamo citata per la prima volta in una pergamena del 1191, anche se, probabilmente fu fondata molto prima di quella data.
Nel 1402 a causa delle prime pestilenze, che colpirono il borgo, la chiesina finita in miseria, fu unita aPiano di Conca quella di S.Lorenzo in Poggio (locata a Lucca davanti a S.Michele in foro), alla fine del XV secolo, il paese iniziò a ripopolarsi e la sua economia lentamente si riprese, questa fase favorevole durò appena un secolo, l’epidemia di peste, che sconvolgerà nuovamente la Versilia nel XVI secolo, questa volta risulterà fatale per Conca e per la sua chiesina, da quel momento la popolazione che riuscì a salvarsi, iniziò a insediarsi a valle, dove le bonifiche del 1700 fecero decollare l’agricoltura, soprattutto la coltivazione del riso, che per molti anni rappresentò un’importante risorsa economica, ai primi casolari (o capanne) sparsi per la campagna, se ne aggiunsero altri e col passare del tempo, iniziò a formarsi il paese di Piano di Conca, che oggi si è trasformato in un centro residenziale e commerciale, come molti altri paesi sviluppatesi lungo la strada regionale Sarzanese, che collega Lucca con Viareggio.
 
Altre foto: Chiesa di Piano di Conca
Gualdo
GualdoGualdo o Gualdo di Viareggio, come lo definisce il Repetti, nacque probabilmente alla fine dell’Impero romano, da un appezzamento boschivo utilizzato esclusivamente dai nobili germanici e
dal quale prenderà anche il nome “Wald”(bosco) e “Waldum”, che in lingua germanica andò ad indicare, un bosco privilegiato, utilizzato esclusivamente dal feudatario.
Le prime notizie di questo paese le troviamo in una pergamena del 1099, nella quale i Canonici del Capitolo di S.Martino, trovarono un accordo con un certo Guidone figlio di Ildebrando, ritenuto responsabile, per alcuni furti fatti dai suoi uomini, ai danni del popolo di Gualdo, questa piccola “Terra” collocata fra la Valfreddana e la Versilia, che insieme a quella di Fibbialla, entrò a far parte della   Jura dei Canonici, grazie ad una donazione effettuata dal nobile Gualdo, appartenente ad un ramo della consorteria dei Ronaldinghi.
All’inizio del XIII secolo, i nobili di Montemagno fomentati dai lucchesi, suoi alleati, compirono delle incursioni nel territorio di Gualdo, razziando i beni appartenenti alla chiesa,  provocando così l’intervento diretto del Papa, che dopo avere risolto la questione, fondò nel paese il secondo Ospizio della Versilia.
Nel 1266, Gualdo ottenne il primo statuto comunale, ma a differenza degli altri comuni appartenenti alla Jura dei Canonici, il comune di Gualdo inizialmente non venne governato dal Podestà di Massarosa, ma da due membri, un religioso e un uomo eletto dal popolo.
Il borgo, intorno al Mille era protetto da un castello, che fu edificato dove oggi sorge l’odierna chiesa (che in quel periodo era racchiusa al suo interno) di S.Nicolao, inizialmente intitolata a S.Giusto e sottoposta al Pievere di Elici.
Gualdo restò inserito nella Jura dei Canonici fino al 1789, quando con la fine della Repubblica Aristrocatica di Lucca venne soppressa e con i successivi riordinamenti territoriali, negli ultimi decenni del XIX secolo entrò a far parte del comune di Massarosa.
Altre foto:   Gualdo N°1 - N°2              Torre-campanaria                 Stemma                Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5
 Luciano
LucianoPoco più in alto di Pieve a Elici lungo la cresta della collina, si erge il paesino di Luciano, piccola borgata di che prese vita in epoca romana, dal podere di un certo “Lucianum”. colono insediatosi in loco, dopo la romanizzazione della Versilia e dal quale prenderà anche il nome.
In questa piccola borgata nel ‘800 vi soggiornarono diversi personaggi illustri (Carducci, M. Pellegrini, il patriota Luigi Carlo Farina) e soprattutto Michele Marcucci (1846 – 1926), il grande artista  nativo di Massarosa, che con i suoi dipinti abbellì numerose chiese lucchesi, Colle di Compito, Pieve a Elici, Massarosa, Capannori, Pieve S.Paolo......
 
 
Altre foto:  Vicolo  N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5
Montigiano
MontigianoMontigiano è uno dei punti panoramici più spettacolari del comune di Massarosa, questo piccolo borgo collinare, balcone naturale che si affaccia sul lago di Massaciuccoli, prese vita in epoca romana, da una piccola fattoria assegnata ad un certo “Monticius” (dal quale poi deriverà anche il nome del borgo “Monticianum”).
Le prime notizie del borgo, le troviamo all’interno di un documento del 941, dove viene riconfermata una donazione, fatta 9 anni prima da Ugo di Provenza, alla Curtis di Massagrausi e successivamente in un altro documento del 984, nel quale il Vescovo di Lucca Teudigrimo allivellò dei beni a Gherardo figlio di Inghifredo.
Montigiano fece parte fin dall’inizio della Jura dei Canonici di S.Martino, ma fu fra gli ultimi borghi della “Curtis”, a darsi uno statuto e a costituirsi Comune, Comune che verrà citato per la prima volta, solo nel 1247, in occasione di alcune liti che scoppiarono fra i nobili di Montemagno e gli stessi Canonici, ma nonostante tutto, il borgo riuscì a mantenersi sotto la loro giurisdizione, rimanendo implicato solo marginalmente, nelle bellicose guerre che divamparono in Versilia, fra le armate lucchesi, pisane e infine fiorentine, fino allo scioglimento della Signoria ecclesiastica della Jura, avvenuta nel XVIII secolo, nel 1815 il borgo ospitò un importante personaggio, Paolina Bonaparte che vi soggiornò per circa tre mesi.
La chiesa di Montigiano, intitolata a S.Lucia, venne edificata intorno al XIII secolo (l’attuale fabbrica secondo una lapide dovrebbe risalire al XVIII secolo) e fu sottoposta con il nome di S.Giusto alla Pievania di Elici.
Altre foto: 
Montigiano            Lago di Massaciuccoli            Vicolo
Pieve a Elici
Pieve a EliciIl borgo di Pieve a Elici, iniziò a formarsi dopo la fondazione della sua Pieve (Plebes ad Ilicem),  prendendo il nome da un bosco di lecci presente in loco “Ilex” –  “Ilicis”, che i primi benedettini andranno poi a sostituire con la coltura dell’olivo, la chiesa collocata nei pressi di antiche vie e quindi facilmente accessibile ai fedeli, favorì moltissimo lo sviluppo del piccolo paese, che inizialmente fu costituito solo da un piccolo castello, importante rifugio per i pellegrini, nominato per la prima volta in alcuni documenti della Contessa Matilde, che purtroppo non specificano la data della sua fondazione, ma sicuramente molto posteriore alla fondazione della chiesa risalente probabilmente al IV – V secolo, nonostante una tradizione popolare l’attribuisca al vescovo Frediano (VI sec.)
L’importanza della Pieve, fa si che nel corso dei secoli la storia del borgo venga posta in secondo piano, nei racconti e negli studi della maggioranza degli storici, la maggior parte dei primi documenti citano esclusivamente la chiesa (892 – 984 etc....) e del paese, che rimase quasi sempre escluso dalle grandi lotte che si consumarono in Versilia, esistono poche citazioni collegate tutte a eventi secondari, quindi possiamo affermare che il borgo seguì in linea di massima, il destino di Massarosa e dei paesi vicini.
La Pieve di S.Pantaleone Il borgo di Pieve a Elici La pieve e la valle sottostante

 

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