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 Badia di Cantignano  Castelvecchio di Compito   Colognora di Compito   Coselli

 

Badia di Cantignano
La Badia di San SalvatoreL’origine di Badia di Cantignano possiamo ricondurla alla fondazione in loco, di una fattoria da parte di un facoltoso romano, che come molti altri cercò di sfruttare le terre fertili, delle rive del grande lago di Sesto, alla caduta dell’Impero Romano e con la discesa dei barbari, la villa romana cadde in decadenza e probabilmente venne anche abbandonata, come il resto del territorio circostante, solo con l’arrivo dei Longobardi e con il loro insediamento (VII secolo), che l’economia della Piana Lucchese riprese, uno di questi nobili, un certo Perprand del fu Vualperto, si insediò nella vecchia villa romana, non sappiamo quando ciò avvenne, ma in un documento del 784 redatto all’interno della villa “in Cantinianu”, il nobile, già residente nella villa, donò alla figlia Ololia una delle sue Terre, locate a “Rasignano” (Pisa).
La villa di Cantignano, in seguito divenne proprietà dei Giudici Leone, che secondo alcuni storici vantarono dei beni anche in “Rasignano”, proprietà che potrebbero ipotizzare l’esistenza di un legame di parentela, fra loro e il nobile Perprand del fu Vualperto, i Giudice Leone o i loro discendenti, i nobili di Vorno, in data sconosciuta, donarono l’intera fattoria ai monaci Benedettini, che vi fondarono un monastero.
Le prime notizie del Monastero di San Salvatore di Cantignano, le troviamo all’interno di una pergamena del 914, anche se probabilmente fu fondato nel secolo precedente, l’Abbazia dei Benedettini, per un paio di secoli, visse momenti di splendore e ricchezza, poi dopo il Mille, iniziò un periodo di decadenza che culminò, con la cessione del monastero ai monaci Camaldolesi (fatta dal Vescovo e dai nobili di Vorno), che ristrutturarono l’intera Abbazia ampliando la chiesa, ed è in questo periodo che nei pressi dell’Abbazia, iniziarono a formarsi delle piccole borgate, dalle quali nascerà l’attuale borgo di Badia di Cantignano, nel XIV secolo, queste borgate si costituirono Comune, il potere civile venne regolato da alcuni statuti e amministrato dai consoli e le funzioni religiose, battesimi e funerali, dalla Pieve di Vorno, il resto dalla chiesa del monastero, i Camaldolesi alla fine del 1300 abbandonarono l’Abbazia, che venne affidata agli abati “commendatari”, alti prelati che risiedevano altrove e ai quali interessava solo riscuotere le Decime versate, ciò provocò un nuovo decadimento del monastero che eccetto la chiesa intitolata da sempre a S.Bartolomeo, venne anche venduto a dei privati, nel 1819 con la morte dell’ultimo “commendatario” fu istituita la parrocchia di S.Bartolomeo di Cantignano e l’Abbazia dei “commendatari” venne definitivamente soppressa, anche se nella realtà il monastero (non le rendite) era già stato soppresso precedentemente (XV secolo).
La chiesa di S.Bartolomeo fondata intorno al IX secolo, all’interno del monastero, nel XII-XIII secolo venne ricostruita e ristrutturata nuovamente nel XVIII secolo, della fabbrica medievale restano solo poche tracce nella parte absidale.
 
Altre foto:  Badia di S.Salvatore N°1 - N°2            Monumento all'esploratore Carlo Piaggia
Castelvecchio di Compito
Castelvecchio di CompitoLe origini del borgo di Castelvecchio di Compito, conosciuto anche come “Castrovetere”, coincidono con la caduta dell’Impero Romano e le conseguenti invasioni barbariche che seminarono morte e distruzione, nell’intera campagna lucchese, nell’area del compitese, ciò provocò l’abbandono delle molte fattorie, nate sulle rive del lago Di Sesto e l’impaludamento delle loro terre, la popolazione fu costretta a cercare riparo sulle alture vicine, raggruppandosi in piccoli agglomerati urbani, spesso provvisti di difese, come avvenne per Castelvecchio di Compito, comunque la storia del borgo, la possiamo far risalire anche all’epoca preromana, l’Auser (il fiume Serchio) rappresentò per molti secoli, un’importante via commerciale, le barche trasportarono le merci dalla Garfagnana fino al mare e viceversa, sfruttando il ramo dell’Auser, immissario del lago di Sesto o di Bientina che a sua volta era collegato al fiume Arno, questo commercio fluviale, favorì da sempre l’insediamento umano, lungo le sue rive, la pesca, l’agricoltura e la possibilità di commerciare, portarono alla formazione dei primi insediamenti del Padule del compitese.
Con l’arrivo dei romani, nell’area del Padule di Castelvecchio di Compito, grazie a delle opere di bonifica, sorsero le prime fattorie, il conseguente aumento della popolazione locale, portò alla fondazione dell’Abbazia di S.Salvatore di Sesto, che in poco tempo riuscì ad avere un importante ruolo politico ed economico nell’intera regione, l’Abbazia, fondata in epoca sconosciuta,
(VIII secolo, per E.Repetti che cita un documento dell’823, nel quale risulta già esistente), grazie ad una serie di privilegi ottenuti dagli Imperatori e dal Pontefice, riuscì ad avere rendite fino in Corsica, nel momento del suo massimo splendore, raccolse rendite da ben 2.000 “Mansi” (fattorie medioevali), uno dei principali fautori di questa ricchezza, fu l’Imperatore Ottone III che nel 996, gli concesse il privilegio di riscuotere i dazi, le tasse, amministrare la giustizia etc... istituendo un vero e proprio feudo, alle dipendenze dirette del Pontefice.
Dopo il Mille, per l’Abbazia iniziò il declino, lo scoppio delle guerre comunale, soprattutto le numerose guerre fra Lucca e Pisa, combattute nel compitese, la portarono lentamente alla rovina, nel 1431 fu chiusa e abbandonata e nel 1513, Papa Leone X trasferì i pochi beni che gli erano rimasti, al Monastero di Ponziano in Lucca, ma i monaci opportunamente, se ne disfecero rivendendoli ai lucchesi (quelle poche terre rimaste erano al centro di continue controversi con i Bientinesi).
Con il decadimento dell’Abbazia, che tanta ricchezza aveva portato alla Terra di Castelvecchio di Compito, il borgo ne diventò il centro politico ed economico, Lucca ben presto si sostituì al potere feudale dell’abate di Sesto e utilizzò il castello, per contrastare i pisani, le battaglie si consumarono presso l’Abbazia e più di una volta sotto le sue mura, memorabile fu l’incursione di Uguccione della Faggiola nel 1313 che lo distrusse completamente, il castello curiosamente fu poi ricostruito dal suo amico-nemico Castruccio Castracane, che da alleato si trasformerà in acerrimo nemico di Pisa.
La chiesa di Castelvecchio di Compito intitolata a S.Andrea, fu fondata in epoca sconosciuta (prima del XIII secolo) all’interno del castello e sottoposta alla Pieve di Compito, l’attuale fabbrica risale al XVII secolo e ai primi del’900 fu ampliata
 
Altre foto:   Castelvecchio di Compito             Chisa N°1 - N°2              Panorama              Vicolo N°1 - N°2 - N°3 - N°4 - N°5 - N°6 - N°7
 
Colognora di Compito
Da un piccolo insediamento romano “Colonia”, fondato nella parte pianeggiante del Compitese, nei pressi del lago di Sesto o di Bientina, probabilmente una fattoria donata come premio, ad un militare al momento del suo pensionamenti, nacque il borgo di Colognora di Compito, della sua storia conosciamo poco o nulla, l’area acquitrinosa che la circondava, certamente bloccò per diversi secoli lo sviluppo del borgo, la cui storia non si discostò di molto da quella degli altri borghi del Compitese, le prime notizie di questa “Villa Colugnola”, sono legate alla sua chiesa intitolata a S.Michele, la prima citazione appare in una pergamena del 983, nella quale vengono elencate le Decime versate alla Pieve di Villora, che in seguito diverrà Pieve di Compito, l’attuale fabbrica, edificata sopra la vecchia struttura, risale al 1865, che quasi certamente non era l’originale, fra l’XI e il XIII secolo le chiese lucchesi, vennero quasi tutte ricostruite.
 
Altre foto  Chiesa di San Michele  N°1 - N°2
Coselli
Coselli
L’origine del piccolo borgo di Coselli, rimane sconosciuta, probabilmente come i borghi vicini, prese vita da un primo insediamento, realizzato verso la fine dell’Impero Romano, in quel periodo numerose fattorie “villae”, furono fondate ai piedi dei Monti Pisani, fattorie che con la cacciata dei Goti, furono assegnate ai nobili longobardi, alcuni storici analizzando l’etimologia di Coselli, la collegano ad un certo Causo (nobile longobardo locale) che nel corso della storia si è evoluto in Causelli e infine Coselli, le prime notizie documentate di Coselli, le troviamo in una pergamena del 945, nella quale il Vescovo di Lucca, allivellò delle Terre vicine alla chiesa di S.Paolo di Coselli, ad un certo Pietro.
Coselli, appartenne al feudo dei nobili di Vorno e quando, questi ultimi entrarono in conflitto con i lucchesi, si trovarono più di una volta, al centro degli scontri armati fra le due fazioni che culminarono, con la distruzione del castello di Vorno, avvenuta nel 1150, perso il feudo, i nobili di Vorno, giurarono fedeltà a Lucca, ottenendo in cambio la cittadinanza lucchese, alcuni di loro si trasferirono in città e nei secoli successivi, parteciparono anche all’attività politica della Repubblica di Lucca, il borgo venne inserito nel Distretto delle Sei Miglia e il suo popolo, ne approfittò per costituirsi in Comune.
La sottomissione a Lucca, però non fermò le razzie e i saccheggi, le continue guerre con Pisa e Firenze, portarono ancora morte e distruzione nel borgo, la situazione politica del luogo si stabilizzò, solo verso la fine del XV secolo, la pace raggiunta dal XVI secolo, porterà molti nobili a costruire in quella Terra, le loro ville di campagna, la prima detta “Villa delle quattro Torri”, fu edificata da Martino Bernardini.
La chiesa di Coselli, in origine appartenne all’Abate di Sesto e fu dedicata a S.Paolo, dopo la ristrutturazione avvenuta nel XII- XIII secolo, venne riconsacrata ai Santi Paolo e Lucia, a riguardo è da notare che nel Catalogo delle Decime, della Diocesi di Lucca del 1260, viene rammentata solo col titolo di “S.Pauli de Coselle”, l’attuale fabbrica, intitolata solo a S.Lucia, deriva dall’ultima grande ristrutturazione, avvenuta nel XVIII secolo.

 

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